La Sardegna continua a perdere abitanti, ma il trend rimane quello a cui siamo abituati sin dagli anni della cosiddetta “rinascita”: spopolamento inesorabile dei paesi dell’interno e crescita di quelli costieri. Secondo lo studio di due ricercatori di Statistica delle Università di Cagliari e Sassari che hanno analizzato l’andamento della popolazione – la nostra regione nel 2100 perderà 739.889 abitanti scendendo sotto la soglia del milione (al 31 dicembre scorso eravamo 1,6 milioni).
Si tratta di una regressione costante e inflessibile.
Lo spopolamento riguarda soprattutto le zone interne, dal Goceano al Sulcis, dal Medio Campidano alla Gallura, dalla Marmilla alla Nurra. Molti paesi – la stragrande maggioranza dei 377 Comuni dell’isola- sono destinati a svuotarsi.
L’Ogliastra ridurrà drasticamente gli abitanti di Osini, Perdasdefogu, Seui, Ussassai, Urzulei. Idem attorno a Sanluri e Ozieri, Macomer e Bono, Bosa e Guspini, per non parlare dell’Iglesiente dove la retromarcia demografica è inarrestabile.
Cresceranno alcuni centri costieri: in Gallura Arzachena, Budoni e Palau con ritmi più intensi di quelli di Olbia che oggi conta 53 mila abitanti e ne potrebbe avere 63 mila fra mezzo secolo. In Ogliastra crescita a Girasole e Cardedu, un po’ meno a Tortolì (oggi 10.759, tra 25 anni 11.086 contro Lanusei che scende da 5486 a poco più di 4700). Maluccio Alghero, a pochi chilometri bene Olmedo.
Crescita lenta anche attorno ai capoluoghi di Cagliari e Sassari. Nuoro città – previsione 2037 – cala da 36 a 33 mila residenti, Iglesias perde tremila abitanti.
La popolazione che si sposta è la più giovane per cui avremo un’isola sempre più popolata da anziani.
Il fenomeno dello spopolamento riguarda comunque tutta l’Italia che si è già lasciata alle spalle il picco di 61 milioni di abitanti raggiunto nel 2014 e nel 2100 crollerà a circa 30,5 milioni nel 2100. Popolazione più che dimezzata nel corso del secolo.
Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it