L’artista cagliaritano, Antonello Ottonello, conosciuto in città come “Otto”, si è spento all’età di 73 anni, dopo una lunga malattia.
Soltanto nel mese di luglio, l’artista aveva donato ai Musei Civici di Cagliari due delle sue opere – due bassorilievi in bronzo – in occasione della sua esibizione personale tenuta presso gli spazi della Mem nell’estate 2018.
“Lo avevo sentito il mese scorso – lo ricorda l’Assessore alla Cultura di Cagliari Maria Dolores Picciau con un post sulla sua pagina Facebook -, in occasione della presentazione della donazione che aveva fatto ai Musei Civici. Col sindaco Paolo Truzzu, nonostante Otto stesse male, avevamo pensato di regalargli un momento di gioia, ricordando la sua opera e il suo percorso artistico. Cagliari senza di lui ora è più vuota”.
L’arista era nato nel capoluogo sardo nel 1948. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Cagliari ha ottenuto il diploma nel 1974 all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le sue prime esperienze lavorative si sono svolte nel mondo del teatro, come scenografo, costumista e attore della compagnia di Mario Ricci.
Negli stessi anni ha intrapreso il suo percorso artistico che risente fortemente delle esperienze teatrali. Gli elementi principali delle prime opere sono le stesse tarlatane usate per le scenografie, talvolta di proporzioni gigantesche, a riecheggiare sipari, e intrise di colori accesi.
Rientrò in Sardegna nei primi anni Ottanta. Nel 1989 la Galleria Comunale d’Arte di Cagliari, in occasione della riapertura a seguito dei lavori di ristrutturazione, ha dedicato all’artista una personale delle sue “Tarlatane”. Lo stesso anno partecipa alla collettiva di grafica presso l’Hotel de Ville di Strasburgo, “La memoire et les images”.
Nel 1992 Ottonello partecipa all’Expo di Siviglia, nell’ambito di “Cerdeña Isla de Colores”, con un’opera ispirata al mondo minerario, cui sarà dedicata, nel 1993, la personale “Ingurtosu”. Da quel mondo attinge materiali (carbone, minerali, pietre) e suggestioni (gli edifici dell’archeologia industriale) che si traducono in opere di grande forza espressiva.
Negli ultimi anni, la ricerca materica unita alla riflessione ecologista lo hanno portato a utilizzare (e, letteralmente, a ricercare) elementi espressivi della terra in cui vive, i colori naturali, le piante ma anche la sabbia, le polveri o gli scarti di miniera. Nel 2004 è stato protagonista di una personale al Teatro Lirico di Cagliari.
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