Arrivano le telecamere per proteggere la spiaggia rosa dell’isola di Budelli, nell’Arcipelago di La Maddalena. Il Consiglio direttivo del Parco nazionale, come riporta l’agenzia Ansa, ha infatti deciso di installare, in collaborazione con il Wwf, un servizio di sorveglianza con una serie di telecamere che consentiranno il costante controllo della spiaggia e della casa di Cala di Roto. L’installazione è stata possibile grazie ai fondi raccolti nel 2016 dai ragazzi della scuola Mosso per contribuire a rendere pubblica Budelli.
L’installazione delle telecamere ripropone la questione della custodia, affidata per anni al modenese Mauro Morandi.
Il progetto preliminare da circa 195mila euro, già stato approvato dai vertici del Parco, prevede anche la realizzazione di un impianto energetico autonomo e gli impianti idrico, fognario e di depurazione nel caseggiato che sorge sul litorale. L’intervento, contestuale al rifacimento delle passerelle e del sistema di dune di tutta la Cala, permetterà di riqualificare l’area e di favorire la futura fruizione dei visitatori.
Anche dopo i recenti video che ritraggono l’arcipelago pieno di barche, sembra ci sia una volontà di renderlo più a misura del turismo sostenibile. In quest’ottica si inserisce la ratifica dell’intesa col Comune per realizzare aree di sosta per sharing mobility e una pista ciclabile tra La Maddalena e Caprera. La spesa complessiva stanziata è di 10milioni e 244mila euro. Pronto anche il restyling e l’ottimizzazione della rete sentieristica del Parco, che attira moltissimi visitatori ogni anno e che necessita di essere valorizzata al meglio. Va in questa direzione l’accordo con il Cai per attrezzare, migliorare, digitalizzare e pubblicizzare la rete escursionistica e aggiornare la cartografia dei sentieri.
Ultima decisione presa dal direttivo riguarda la caccia e la cattura del cinghiale: le attività riprenderanno alla fine della stagione turistica per il tempo necessario a raggiungere l’eradicazione.
Fino a qualche anno fa la parte non demaniale marittima dell’isola di Budelli era privata, di proprietà di una società italo-svizzera. Per conto di questa società, il signor Mauro Morandi svolgeva il lavoro di custode dal 1989.
Come sostengono alcuni abitanti della Maddalena, che vorrebbero sfatare il “mito del custode”, a Morandi sarebbe spettata la custodia della proprietà privata restrostante e non della spiaggia rosa. Dunque, così come i visitatori, il custode avrebbe dovuto rispettare ogni divieto vigente sulla spiaggia.
“Non poteva pertanto tenere un gommone rosso spiaggiato sull’arenile – sostengono i maddalenini -, come ha fatto per anni, non poteva calpestare la spiaggia per raggiungerlo più volte durante il giorno, come ha fatto, non poteva navigare nella zona interdetta, come ha fatto ogni volta che doveva allontanarsi dalla spiaggia rosa e raggiungerla”.
Nel 2016, in seguito al fallimento della società italo-svizzera proprietaria dell’isola di Budelli e la vendita giudiziale di tale proprietà, lo Stato italiano, già titolare della parte demaniale marittima, si è aggiudicato l’asta e ad oggi possiede l’intera isola. Più precisamente, quella parte un tempo privata è stata acquistata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena.
Dalla vendita giudiziale di quella che era la parte privata dell’isola, come dichiarato nella sentenza emessa dal Tribunale di Tempio Pausania, il signor Morandi avrebbe ricevuto per “stipendi arretrati” la somma di 153mila euro. Da quel momento quindi, sostengono i maddalenini, il custode “avrebbe vissuto, gratuitamente, in un’area pubblica senza averne più alcun titolo”.
“Questa è la vera storia di Budelli – concludono gli abitanti dell’isola -. Una storia molto diversa da quella che viene sempre raccontata, ai fini della costruzione di una moderna favola.”
D’altra, parte, come in tutte le storie in cui il protagonista conserva nel tempo un’aurea leggendaria, il custode Morandi si è guadagnato la stima e il rispetto di buona parte dei visitatori della spiaggia rosa, in gran parte turisti, ai quali raccontava la storia della Maddalena e qualche aneddoto che hanno conservato con sé di ritorno a casa. Loro è anche la firma della petizione online lanciata nel maggio 2016 su Change.org, che ad oggi ha raccolto più di 18mila sottoscrizioni, per far sì che lo storico “guardiano” torni a custodire la bellezza di uno dei posti più suggestivi dell’isola.
La decisione, però, sembra ormai irrevocabile e il signor Morandi, che ha lasciato l’isola lo scorso aprile, dopo trentadue anni di permanenza – una vita, si potrebbe dire – non rientra nei piani dell’ente pubblico.
Nonostante le controversie giudiziarie legate alla faccenda, resta una domanda: l’installazione delle telecamere di videosorveglianza all’interno di un gioiello dal punto di vista naturalistico e culturale, può sostituire la presenza di un uomo in carne e ossa, da sempre pronto ad accogliere i curiosi da ognidove e vigilare sul rispetto della spiaggia rosa?
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