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Ai medici di famiglia sardi sarebbe stato proposto di utilizzare di farmaci non validati dal Ministero della Salute e in discordanza con le prescrizioni dell’AIFA per la cura delle prime fasi del Covid 19. Per giunta non mutuabili e dunque totalmente a carico dei pazienti.

A chiedere lumi su questa indiscrezione proveniente dal sindacato dei medici di medicina generale sono i consiglieri del gruppo “Liberi e Uguali Sardigna” che – in un’interrogazione a prima firma Eugenio Lai – puntualizzano come “sarebbe estremamente grave se i vertici Sanitari regionali, in primis l’Assessore alla Sanità, confermassero l’attivazione di protocolli per terapia domiciliare contro il Covid-19 non validati ed in contrasto con le indicazioni del Ministero della Salute”.

“Stando a quanto segnalato dal FIMMG (sindacato dei medici di medicina generale), sembrerebbe che gli stessi siano stati chiamati ad attivare un trattamento nelle prime fasi della malattia che propone l’uso di discusse terapie domiciliari contro il Covid-19”, scrive il capogruppo di Leu.

“Non si comprende come queste terapie possano essere fornite a carico del Servizio sanitario regionale, quindi rese mutuabili – continua Lai – pur non facendo parte dei farmaci anti SARS CoV2 indicati ufficialmente dal Ministero della Salute, presumendo siano a totale carico dei pazienti”.

“Chiediamo al Presidente della regione e all’Assessore regionale alla sanità, di chiarire quale sia la linea guida ufficiale adottata dalla Regione per il trattamento domiciliare del Covid-19 – conclude Lai – e se questa prevede l’attivazione di protocolli non validati ed in contrasto con le indicazioni del Ministero della Salute e in discordanza con le prescrizioni dell’AIFA”.

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