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In Sardegna si registrano i primi segnali di ripresa per le vacanze. Lo dicono anche gli indicatori di mobilità (+9,8%). Tante le imprese artigiane legate al turismo: 6.400 con 15mila addetti.

“I flussi turistici sono in crescita ma è necessario lavorare sul ‘nuovo turismo’ post pandemia”, affermano Maria Amelia Lai e Daniele Serra Presidente e Segretario Confartigianato Imprese Sardegna.

Il riacuirsi del virus, però, desta preoccuazione e l‘Associazione Artigiana sostiene la necessità di aumentare il tracciamento, soprattutto nelle località turistiche, e continuare con la somministrazione dei vaccini.

Sono buone le prospettive dell’economia turistica per la Sardegna in questa estate 2021. Lo dicono i segnali positivi arrivano anche dagli indicatori di mobilità di Google per l’Isola: nella media dei primi 23 giorni di luglio 2021 la dinamica giornaliera dei flussi relativi a negozi e luoghi di ricreazione indica un +0.4% rispetto al periodo pre-crisi (2019) e un +9,8% rispetto allo scorso anno, percentuale che sale al +14,0% per gli hub di trasporto.

E tra i “luoghi di ricreazione”, nell’Isola ci sono anche le circa
6.400 piccole e medie aziende artigiane, con oltre 15mila addetti, che si occupano di attività legate alle vacanze e allo svago: trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature.

Insomma, più di una 1 impresa su 5, delle 35mila realtà artigiane della Sardegna, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale, come riportato dal dossier “Imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica in Sardegna 2021” (Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, attraverso i dati Istat, Unioncamere e Movimprese).

“Nei prossimi mesi, però, la concorrenza tornerà a essere agguerrita e le frontiere aperte. Questo ragionamento ci deve spingere a lavorare ancora più duramente per riguadagnare posizioni sul fronte dell’attrattività, dell’artigianato, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i motori della nostra economia”, affermano Lai e Serra.

Come detto, alla fine del primo trimestre 2021 le imprese artigiane sarde operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono 6.415, pari al 18,7% dell’artigianato totale e danno lavoro a 15.300 addetti.

In chiave settoriale il comparto più rilevante quello della ristorazione (23,7%), seguono l’agroalimentare (22,9%), i trasporti (17,6), bar e pasticcerie (7,4%), abbigliamento e calzature (7%), e le imprese operanti di attività ricreative, culturali, intrattenimento, Strutture ricettive e Giornali, guide ed editoria (1,2%). A queste bisogna aggiungere quelle operanti in vari settori non classificati (20,2%).

Tra le province sarde (vecchi confini) Cagliari-Sud Sardegna raggruppa 2.592 attività (il 19,5% delle imprese artigiane coinvolte su totale di quelle iscritte nella Camere di Commercio), Sassari-Nord Sardegna 2.202 (18,2%), Nuoro 1.250 (19,5%) e Oristano 366 (15,1%).

“Alla fine della pandemia troveremo un turismo e i turisti molto
cambiati – continuano Lai e Serra – e per soddisfare le richieste di
questo nuovo e particolare turismo, è indispensabile lavorare in
anticipo per offrire sempre più occasioni di esperienze nuove, come possono essere quelle proposte dalle particolarità artigiane, da vivere in prima persona e che solo in questo settore si possono
ritrovare.

Quindi l’artigianato deve, e dovrà, ricoprire sempre un ruolo di primo piano all’interno dello sviluppo strategico del turismo nella nostra regione.

Per questo – concludono Presidente e Segretario – a livello regionale vanno intensificati gli sforzi per restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo mentre, a livello nazionale, è necessario continuare a stimolare i consumi delle famiglie”.

Per l’Associazione Artigiana, infine, “è fondamentale, che le imprese, in particolare quelle artigiane, mettano a disposizione del turista non solo la più ampia gamma di prodotti e sensazioni, ma anche tutta la loro ‘artigianalità’, come accade nel turismo esperienziale”.

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