Alla fine, dopo polemiche e ricorsi, è arrivato il giorno del green pass. A partire da oggi anche in Sardegna per mangiare al ristorante, bere un caffè al tavolino di un bar, partecipare a un evento sportivo o culturale bisognerà avere il certificato verde. Così come per andare in palestra o al cinema. Il decreto Draghi prevede che i titolari o i gestori dei servizi e delle attività interessate debbano “verificare che l’accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni”. Dunque – secondo le norme – dovranno essere i gestori, tramite una apposita app del Ministero della Salute (Verifica C19), ad effettuare i controlli. Verifiche che ovviamente potranno essere svolte anche dalle forze di polizia.

Resta da capire se davvero i ristoratori si trasformeranno in sceriffi, visto che molti di loro, nonostante le multe salate previste, hanno già fatto sapere che non effettueranno alcun controllo sui loro clienti.

Il certificato verde – scaricabile agevolmente tramite il cellulare – ha una validità di 9 mesi se rilasciato a conclusione del ciclo vaccinale oppure dopo la prima dose di vaccino (dopo 15 giorni dalla somministrazione) e di sei mesi in presenza del certificato di guarigione dal Covid o di soli due giorni con l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. Riguarda tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni, tranne “i soggetti che hanno idonea certificazione medica”.

Oltre che per ristoranti e bar, il decreto Draghi prevede l’obbligo di green pass per spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive; musei e altri istituti e luoghi di cultura; piscine, palestre, centri benessere. Ma anche sagre, fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi e le relative attività di ristorazione; sale gioco, scommesse, bingo e casinò; concorsi pubblici. Non è previsto l’obbligo per entrare nelle chiese.

Non è invece ancora previsto alcun obbligo per viaggiare in aereo o in treno.

Le norme prevedono una sanzione da 400 a 1000 euro per chi viola le regole o non effettua i controlli, dunque sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Se le violazioni si ripetono in 3 giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.

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