Siamo fatti della stessa sostanza di cui son fatti i nostri messaggi  WhatsApp: quelli che scriviamo, quelli che leggiamo e quelli che condividiamo. Sempre più spesso, anche quelli che non verifichiamo.

È da settimane che nelle chat di WhatsApp, uno dei sistemi di messaggistica istantanea più utilizzati al mondo, circola un messaggio vocale “inoltrato molte volte”, in cui si sostiene che “tutti i vaccini scadranno il 20 ottobre 2021”.

Il messaggio vocale è stato registrato da una voce maschile, che si presenta come “il segretario nazionale” di un partito politico che avrebbe contatti con avvocati, giuristi e costituzionalisti. La sua identità, fatta di nome e cognome, non viene mai rivelata nell’arco dei ben 4 minuti e 15 secondi di audio, ma il presunto segretario sostiene che l’informazione “è una notizia certificata” appresa dal coordinatore dell’hub vaccinale di Brescia (che smentisce categoricamente quanto affermato ai debunker di FactaNews).

La data di scadenza dei vaccini, il 20 ottobre 2021, sarebbe a suo dire una scelta da ricollegare all’approvazione di “cinque terapie di protocollo obbligatorie” per curare i pazienti positivi al coronavirus, che sarebbero già state convalidate dall’Unione europea e avrebbero efficacia nell’arco di 24/48 ore. Le stesse terapie che avrebbero curato Silvio Berlusconi, Boris Johnson e Donald Trump, disponibili in Italia proprio a partire dal 20 ottobre 2021.

È questo il giorno, secondo l’autore del messaggio, che segnerebbe la revoca dell’autorizzazione dei vaccini in quanto ci sarebbe una valida cura alternativa. Ecco perché, spiega l’autore, le forze di governo e il generale Figliuolo vorrebbero accelerare le somministrazioni dei vaccini e raggiungere l’immunità entro il mese di settembre 2021.

In conclusione del messaggio, l’autore consiglia esplicitamente di non richiedere il Green Pass, poiché a partire dal 20 ottobre 2021 il vaccino perderà la sua autorizzazione e diventerà una terapia facoltativa così come lo sono i vaccini antinfluenzali.

Tutte le informazioni trasmesse nell’audio, come riportato dai siti di debunking FactaNews.com e Bufale.net, sono false e oltremodo pericolose per la salute pubblica.

Per prima cosa, non è possibile affermare che i vaccini scadono il 20 ottobre 2021, per il semplice fatto che ogni singolo lotto di vaccini ha una propria data di scadenza, che viene emessa a partire dal momento della produzione. E dato che tutt’oggi si continua a produrre vaccini, non si può fissare di conseguenza una data di scadenza unica per tutti i vaccini.

Per quanto riguarda i trattamenti contro il Covid, ad oggi in fase di revisione da parte dell’Ema, l’autore si riferisce in particolare a quattro terapie a base di anticorpi monoclonali e di un immunosoppressore, che entro ottobre 2021 potrebbero essere autorizzate come terapie utili a contrastare l’avanzata del coronavirus.

Ma non ci sono prove che proprio questi trattamenti siano stati utilizzati per Silvio Berlusconi e Boris Johnson, ai quali – secondo diverse fonti mediatiche – sarebbero stati somministrate delle cure a base dell’antivirale remdesivir. Per curare l’ex presidente americano Donald Trump, invece, l’emittente televisiva Cnn ha svelato l’esistenza di un mix composto da due anticorpi monoclonali sperimentali.

Ad ogni modo, queste terapie verranno utilizzate per la cura della malattia. I vaccini, al contrario, servono a prevenirla. Per questo motivo, la Commissione europea ha voluto sottolineare che i nuovi trattamenti approvati per contrastare il coronavirus non sostituiranno la somministrazione dei vaccini, ma diventeranno due elementi complementari.

Il messaggio vocale “inoltrato molte volte” su WhatsApp da un autore sconosciuto a chiunque lo abbia ascoltato, non fa altro che confermare gli ultimi dati pubblicati nel rapporto Ital-Censis (aprile 2021) a proposito di disinformazione online.

“Sono 29 milioni (il 57,0% del totale) gli italiani che, durante l’emergenza sanitaria, hanno trovato su web e sui social media notizie che successivamente si sono rivelate false o sbagliate su origini, modalità di contagio, sintomi, misure di distanziamento o cure relativi a Covid-19″, si legge nel rapporto.

Spesso si tratta di notizie che riprendono qualche elemento di verità (in questo caso si parla di trattamenti sperimentali in fase di revisione dell’Ema), che viene sapientemente accostato a notizie del tutto infondate (la data di scadenza dei vaccini). 

Ma il fatto sorprendente e bizzarro allo stesso tempo è che l’audio WhatsApp sia stato “inoltrato molte volte” da utenti che, con buona probabilità, non sapevano nemmeno chi ci fosse dall’altra parte dello smartphone.

Quanti si saranno presi la briga di verificare le informazioni date in questo audio? Quanti avranno condiviso lo stesso audio senza controllare che ciò che veniva affermato fosse vero? Se i 4 minuti e 15 secondi concessi all’ascolto dell’audio fossero stati spesi allo stesso modo per la verifica delle informazioni, probabilmente lo stesso messaggio non avrebbe oggi la spunta in alto a sinistra che ci ricorda un piccolo fallimento della nostra comunità digitale: “inoltrato molte volte”.

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