L’ex giornalista Rai Susi Ronchi, prima donna ad assumere la presidenza di un Corecom, ha presentato qualche giorno fa le dimissioni dall’incarico. La decisione della Ronchi è maturata in seguito ad una discordanza sulla interpretazione dello stesso ruolo del Corecom Sardegna, come un organo dell’amministrazione del Consiglio regionale ovvero organo di garanzia, come sostenuto sia dal Dipartimento della Funzione pubblica che da una recente sentenza del Tribunale di Napoli. Ruolo dal quale dipenderebbero sostanzialmente responsabilità, funzioni e tutele molto differenti.
“Vi è stata una evoluzione nell’interpretazione delle norme di riferimento rispetto al momento in cui ho assunto l’incarico di cui non si è voluto tener conto – scrive Susi Ronchi in una lettera a cui spiega i motivi della scelta -. In otto regioni italiane, alle quali si è affiancata di recente anche la Campania in seguito alla sentenza, tale lettura è pienamente accreditata, lasciando così l’Amministrazione del Consiglio regionale della Sardegna in una posizione di palese isolamento: l’amministrazione consiliare interpreta pertanto una normativa nazionale in modo assolutamente anomalo rispetto a tutte le altre amministrazioni. Questa difformità determina un trattamento profondamente discriminatorio, per me inaccettabile sul piano personale e professionale, e non mi lascia altra scelta che quella di rinunciare, sia pure con rammarico, al mio incarico – conclude Susi Ronchi -. Ringrazio la parte politica che mi ha indicato alla presidenza del Corecom Sardegna e che ha sostenuto con convinzione fino in fondo il mio operato”.
Dal Partito Democratico, LeU e Movimento 5 Stelle è giunta una nota in cui si esprime rammarico per le dimissioni dell’ex giornalista Rai. “Nel rivolgerle un sentito ringraziamento per l’eccellente lavoro, svolto con grande professionalità e dedizione, ci piace mettere in evidenza lo slancio che ha saputo imprimere all’attività del Comitato, importante organo di consulenza, supporto e garanzia Regione Sardegna per l’elaborazione e attuazione delle politiche regionali nel settore delle comunicazioni, avvicinando quell’istituzione ai cittadini e facendone strumento conosciuto e di riferimento”.
Ora spetterà al Consiglio regionale la nomina del successore.
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