La continuità assistenziale e terapeutica per 5mila pazienti con sclerosi multipla è a rischio per la precarietà strutturale e la gravissima carenza di personale in cui versa il Centro Regionale per la Sclerosi Multipla (CRSM). Lo denuncia la sezione cagliaritana dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
“Il Centro per la cura e diagnostica della sclerosi multipla più importante della regione rischia di non riuscire più a garantire la continuità assistenziale per tutti i pazienti sardi attualmente in cura – si legge in una nota dell’AISM – un problema che aggrava il quadro della presa in carico socio-sanitaria della persona con SM già abbastanza critico in tutti i centri SM della Sardegna”.
Al momento presso il CRSM operano tre neurologhe (di cui una è in procinto al pensionamento) a fronte di circa 5000 pazienti, dei 7000 totali, provenienti da tutta l’isola. “Un così elevato numero di pazienti e il basso numero di neurologhe dedicate non permette di rispettare il rapporto neurologo/paziente ottimale indicato da AISM (1 neurologo a tempo pieno equivalente dedicato per 250 pazienti) – denuncia l’associazione -. A breve questo rapporto sarà dieci volte maggiore rispetto all’ottimale, rendendo di fatto impossibile assicurare una continuità assistenziale e terapeutica per la quasi totalità dei pazienti con SM presenti in Sardegna”.
La situazione critica del personale medico è resa ancora più estrema dalla divisione della struttura su due presidi ospedalieri. Negli ultimi mesi del 2020, dopo la trasformazione del Binaghi in Ospedale COVID, il CRSM è stato temporaneamente spostato su due diverse sedi (Piano terra Binaghi e Ospedale Businco) per continuare a garantire i livelli minimi assistenziali per i pazienti e al contempo far fronte alla crisi pandemica.
“Mentre gli altri presidi ospedalieri del cagliaritano riaprono alle attività pre-pandemia, il Binaghi resta ancora un presidio COVID, facendo perdurare un’importante situazione di disagio per tutti i pazienti del CRSM e tutto il personale sanitario impegnato nella cura della sclerosi multipla – denuncia ancora l’AISM -: chiederemo in ogni sede che vengano date garanzie sul CRSM e vengano identificate tutte le soluzioni necessarie a garantire gli attesi livelli essenziali di assistenza per le persone con sclerosi multipla”.
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