L’emendamento relativo agli usi civici presentato dal deputato del MoVimento 5 Stelle Alberto Manca, componente della Commissione Agricoltura, il documento, è stato approvato in sede di conversione del Dl Semplificazioni e Governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) alla Camera.
L’emendamento prende in considerazione i terreni ad uso civico ormai irrimediabilmente compromessi, sia per una naturale trasformazione del territorio tale da impedire il godimento da parte della collettività, sia a causa dell’alterazione del fondo, ad esempio l’edificazione di strutture che di fatto hanno definitivamente alterato l’uso della proprietà collettiva.
In tutta l’Italia sono presenti terre collettive per una superficie totale pari a 5 milioni di ettari. Solo in Sardegna gli usi civici sono presenti in 347 Comuni su 377.
L’atto parlamentare appena approvato consente alla Regione, a particolari condizioni, di autorizzare tutti i processi volti al trasferimento o alla permuta degli usi collettivi e, quindi, venir meno ai vincoli demaniali dei terreni su cui ormai il godimento degli usi civici è irreversibilmente compromesso. Infatti, sono numerosi i paesi in cui sono presenti interi quartieri che nascono su terre ad uso civico o luoghi in cui hanno gravato pesanti attività industriali che hanno rovinato irrimediabilmente il territorio.
“Ringrazio tutte le persone che in questi mesi hanno lavorato per il raggiungimento di questo risultato – afferma Alberto Manca- tra loro anche Stefano Deliperi Presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus con cui ho collaborato in questi anni, i sindaci, il Ministro Luigi Di Maio, determinante nel suo operato e il Presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana con cui c’è stato un dialogo costante.”
“Gli usi civici sono antichi diritti e forme di godimento collettivo della terra. In Italia, i cultori della materia stimano che gli ettari interessati siano circa 5 milioni. Con il passare del tempo, parte di questi appezzamenti di grande importanza ambientale e naturalistica, destinati alle attività agricole, alla pastorizia o boschivi, ha irreversibilmente perso la propria conformazione fisica. La spesso radicale trasformazione è avvenuta con l’autorizzazione alle opere da parte delle singole amministrazioni pubbliche, in conformità agli strumenti di pianificazione urbanistica. Ciò ha di fatto comportato gravi ripercussioni sui Comuni che non sono in grado di rilasciare la relativa documentazione attestante la proprietà, precludendo l’accesso a misure agevolate come il bonus facciate o il 110% per le ristrutturazioni. Da oggi, invece, le Regioni potranno consentire ai Comuni i trasferimenti di diritti di uso civico e le permute in altre aree appartenenti al patrimonio disponibile degli Enti territoriali e locali, esclusivamente per terreni di superficie e valore equivalente, risolvendo una impasse che si protrae da decenni”. A renderlo noto è il deputato Alberto Manca, esponente M5S in commissione Agricoltura e promotore dell’emendamento approvato in sede di conversione del Dl Semplificazioni e Governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) alla Camera.
“Otteniamo così un duplice risultato, senza alcun costo ulteriore per le casse pubbliche – spiega Manca – Innanzitutto la collettività, dopo anni in cui il diritto all’uso civico le veniva di fatto negato, potrà tornare a usufruire di un bene collettivo nella nuova area pubblica che il Comune identificherà con il coordinamento della Regione. Ne consegue che, con la sdemanializzazione dei terreni irrimediabilmente compromessi, se ne ridà pieno possesso ai relativi proprietari”.
“L’emendamento, riformulato dal Governo, recepisce gran parte delle istanze e rappresenta indubbiamente una svolta storica nonché un primo grande passo per la valorizzazione degli usi civici che, dopo anni in cui questo diritto veniva precluso ai cittadini, potranno tornare a rappresentare una porzione rilevante del territorio comunale a beneficio della collettività” conclude.
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