“Credo sia normale su un tema importante come” il Green pass “avere sensibilità differenti, è capitato anche in passato. Sono fiduciosa che anche su questo tema, come ha detto il presidente Fedriga, si troverà una soluzione unitaria“.
Così il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini a Bruxelles: “Se non vogliamo tornare a dover chiudere il paese non possiamo perdere tempo e non possiamo accontentarci dei risultati buoni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo fare uno scatto in avanti. Penso ci saranno le condizioni per compiere queste scelte in un clima di coesione, condivisione rispettando la sensibilità di tutti“.
“La variante Delta è molto contagiosa e temibilissima, quindi vacciniamo vacciniamo e vacciniamo. E introduciamo il Green pass per tutte quelle situazioni in cui c’è aggregazione“, dice Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. Per quanto riguarda, invece, la possibilità di rivedere alcuni parametri per il passaggio di colore anche solo in base al numero dei contagiati, “a me sembra un falso problema – afferma Ricciardi – quello che dobbiamo fare è vaccinare più persone possibile e continuare con il Green pass che limita la possibilità di circolazione dei soggetti contagiati. Se facciamo così il problema non si pone perché teniamo sotto controllo sia la circolazione del virus che la protezione delle persone più vulnerabili“.
Anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, si esprime contrario al Green pass sul modello francese. “Se per limitare la circolazione del virus rimangono fondamentali i comportamenti virtuosi, l’utilizzo del green pass sul modello francese per l’accesso a bar, ristoranti e altre attività, seppur auspicabile è poco applicabile a breve termine per vari ostacoli che dovrebbero essere fronteggiati e rimossi“.
“Innanzitutto – spiega – l’indisponibilità di vaccini per tutti coloro che vorrebbero riceverli e la non gratuità dei tamponi in tutte le Regioni genera un rischio di discriminazione; in secondo luogo, servono strumenti e risorse per controlli serrati e sistematici; infine, manca una legge sull’obbligo vaccinale per chi svolge mansioni a contatto col pubblico“, conclude.
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