Gaetano Campolo, CEO Home Restaurant Hotel, replica alla Confcommercio in merito alle accuse di quest’ultima di una possibile concorrenza sleale, dopo il via libera della Giunta alla vendita di pasti in aziende agricole.
“Negli anni le Lobby italiane come Confcommercio hanno ostacolato tutti i settori in crescita come i B&B, Car Sharing ed anche gli Agriturismi con l’obiettivo di controllare ogni tipo di settore così come da noi già denunciato il 17 gennaio 2017 in occasione della scellerata ddl home restaurant in cui già allora grazie al Deputato Maurizio Bianconi denunciamo la pressione di alcune Lobby per bloccare il settore tanto che quella ddl home restaurant grazie a nostra segnalazione fu bocciata dall’Antitrust, qualche mese dopo, a Marzo 2017 in quanto restrittiva e limitatoria poi arenatasi al Senato.
Il giovane imprenditore CEO dell’anno per Le Fonti Awards Innovation 2020 con la sua startup Home Restaurant Hotel punta il dito contro Confcommercio per uso improprio della parola Home Restaurant in questo caso Agri Home Restaurant per indentificarlo nello stesso settore di esercizi pubblici come gli agriturismi.
Campolo accusa la Lobby per due motivi importanti: il primo è molto semplice, il settore Home Restaurant così come da Agenda Europea nel 2014 e 2016 e da Bollettino Antitrust è un settore inquadrato come esercizi privati e non esercizio pubblico come per gli Agriturismi o Ristoranti tradizionali. Il secondo è che non siamo nello stesso mercato di conseguenza non possono esserci le stesse regole così come espresso dal Ministero dell’Interno del 1 febbraio 2019 che ad oggi tiene in regola il settore se svolto in modo occasionale con comunicazione in Questura.
Nel parere espresso dal Ministero dell’Interno si determina che bisogna utilizzare la cucina di casa per dimostrare l’occasionalità, può essere aperto massimo 3 giorni a settimana e l’assenza di pubblicità su strada come anche cartellonistica determina grandi diversità e l’occasionalità stessa non prevede autorizzazioni come per la somministrazione di alimenti e bevande così come da ex articolo 16 del Tulps.
La Giurisprudenza Italiana si è già espressa proprio contro la pressione e le richieste di Scia da parte del Comune di Montopoli e la Confcommercio locale, condannando il Comune a risarcire l’Home Restaurant in quanto in assenza di legge non esiste codice ATECO nazionale per tanto non può essere depositata la Scia in nessun comune italiano e proprio in assenza di legge, il Giudice ha riconosciuto valido il Parere del Ministero dell’Interno permettendo così all’ Home Restaurant di riprendere l’attività.
In Conclusione Gaetano Campolo sottolinea che: ‘Grazie alla tutela riconosciuta a ciascuno dall’Art. 41 della Costituzione, se un’attività economica non è ancora coperta da una fonte avente rango di Legge Ordinaria, questa situazione di vuoto normativo non si traduce automaticamente in un divieto di poter avviare tale attività. Ci sorprendiamo sempre di più di come le istituzioni perseverino in attacchi e rilascino dichiarazioni infondate toccando profili dell’attività di Home Restaurant su cui si sono già espresse chiaramente Autorità come appena quelle citate’ “.
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