“Con una delibera del 9 Luglio, la Giunta Regionale ha approvato su proposta dell’Assessore all’agricoltura le ‘Direttive di attuazione’. Sostanzialmente gli imprenditori agricoli singoli e associati (di cui all’articolo 2135 del Codice civile) e i coltivatori diretti singoli e associati di cui all’articolo 2083 del Codice civile possono fare trasformazione e vendita diretta in azienda dei prodotti di esclusiva produzione aziendale. La vendita si legge nelle direttive può essere svolta in forma itinerante e presso l’azienda”.
Lo scrive Confcommercio Sardegna, che lamenta però “un aspetto che ci lascia profondamente dispiaciuti. L’Assessorato all’agricoltura ha modificato la prima stesura delle direttive presentata ad aprile – sul quale venne dato parere assolutamente negativo – ed in particolare l’art 8. Forse pensa che sia l’assenza del cameriere o che bastino le posate al libero servizio ad evitare fenomeni di concorrenza sleale, ma non è così. È fondamentale approfondire il discorso. Le regole per chi prende denari da un consumatore per un pasto devono essere le stesse. Dare vita a queste cose senza un’adeguata analisi e una fase di ascolto di ciò che determina per gli altri imprenditori è un fatto grave, soprattutto dopo le chiusure che hanno buttato giù il fatturato del nostro comparto di oltre il 45% rispetto al pre-pandemia.”
Nella Delibera che accompagna il testo delle direttive, fa sapere Confcommercio, si legge “della necessità urgente di sostegno a favore dei diversi settori produttivi, in modo particolare nel settore primario che rappresenta il primo baluardo verso la tenuta e la ripresa economica e sociale. Su questo presupposto, e con riferimento in modo particolare ad una delle principali produzioni del sistema agri-pastorale della Sardegna, appare fondamentale favorire le condizioni per garantire la possibilità di trasformare in azienda il latte prodotto, ancora di più in questo specifico periodo emergenziale nell’ipotesi più estrema che diventi complicato se non impossibile conferire il prodotto verso i grandi caseifici sia privati che cooperativi”.
L’Istat, scrive l’associazione Imprese per l’Italia Sardegna, “ha recentemente certificato che i consumi al dettaglio dell’alimentare registrano un incremento nel volume (+0.4%) e nel valore (+0.3) per cui ci sia chiede come mai sia necessario, adesso, dare vita a questo provvedimento poco equo e che crea conflitto sociale. La Giunta dovrebbe favorire i progetti di filiera e non creare contrapposizioni tra operatori economici. Si chiedono inoltre i ristoratori come mai ci si concentri sulla trasformazione del latte dato che il prezzo non è mai stato così buono e non c’è sovrapproduzione. Non capiamo perché la Giunta non sostenga l’agriturismo già presente e normato piuttosto che l’agri-home restaurant cui siamo fermamente contrari. Stesse regole in stesso mercato solo questo ci può trovare favorevoli”, conclude FIPE Confcommercio.
Leggi altre notizie su www.cagliaripad.it