“Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria deve rispettare la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e la Carta dei Diritti dei Figli di genitori detenuti sottoscritta dal Ministero della Giustizia nel 2018. I principi informatori, condivisi a livello europeo, non possono non essere applicati per ragioni che non siano determinati dal pericolo per l’integrità del minore. Ciò nonostante due bambini di 16 e 10 anni, residenti a Napoli, entrambi invalidi al 100%, non incontrano da 19 mesi il padre, ristretto nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta. L’uomo, che ha chiesto al DAP di essere trasferito nella Penisola in un carcere prossimo alla famiglia, non ottiene alcuna concreta risposta e rischia di non poter abbracciare i figli ancora per molto tempo. Una situazione assurda, scandalosa e immotivata giacché il padre non è privato della responsabilità genitoriale ed è padre di 7 figli”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris dell’associazione ‘socialismo Diritti Riforme’ sottolineando “la memoria corta di un Dipartimento che non rispetta un accordo di straordinaria valenza culturale e civile sottoscritto e rinnovato più volte”.
“Appare singolare e induce a riflettere il fatto che il DAP – osserva ancora Caligaris – mentre invia nelle carceri sarde, senza alcuna remora e perfino durante la pandemia, detenuti problematici e con importanti livelli di criminalità, non interviene con altrettanta tempestività quando si tratta di trasferire un detenuto dalla Sardegna. Ancora più sorprendente che non tenga nella dovuta attenzione la condizione della famiglia e lo stato di salute di due bambini che non hanno commesso alcun reato e che hanno bisogno di poter incontrare il padre”.
“Non si può dimenticare – ricorda l’attivista di SDR – che lo scopo della pena è quello di far pagare il debito con la società nel rispetto delle norme e della umanità della carcerazione. Nel caso specifico il detenuto R.N., 40 anni, di origine serba, ha scontato 16 mesi in regime di sorveglianza particolare (14bis) nel carcere “Badu ‘e Carros di Nuoro e dallo scorso mese di marzo si trova a Cagliari. La moglie effettua i colloqui in videoconferenza ma la situazione della famiglia è delicata”.
“E’ arrivato il momento che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria consenta all’uomo di tornare nel territorio della Penisola anche perché ai bambini, per motivi di salute, sono interdetti i viaggi di lunghe distanze. I rispetto delle norme, in particolare da parte delle Istituzioni, è un gesto di responsabilità che dimostra la capacità di gestire anche le situazioni più difficili – conclude Caligaris – con la forza della legge e il senso di umanità”.
L’associazione informerà della vicenda l’Autorità Garante dei Diritti dei Minori e degli Adolescenti e il Garante dei Diritti dei Detenuti della Campania nonché l’Associazione Bambini senza Sbarre.
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