“Non posso ripensarci, vado al manicomio. Secondo me erano drogati, erano tutti con i manganelli, anche la direttrice”. Così Vincenzo Cacace, ex detenuto in sedia a rotelle nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, mentre racconta quanto avvenuto ad aprile del 2020.
“Sono stato il primo ad essere tirato fuori dalla cella insieme con il mio piantone perché sono sulla sedia a rotelle – racconta -. Ci hanno massacrato, hanno ammazzato un ragazzo. Hanno abusato di un detenuto con un manganello. Mi hanno distrutto, mentalmente mi hanno ucciso. Volevano farci perdere la dignità ma l’abbiamo mantenuta. Sono loro i malavitosi perché vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto ma non dobbiamo pagare con la nostra vita. Voglio denunciarli perché voglio i danni morali”.
“Un’offesa e un oltraggio alla dignità della persona dei detenuti e anche a quella divisa che ogni donna e ogni uomo della Polizia Penitenziaria deve portare con onore, per il difficile, fondamentale e delicato compito che è chiamato a svolgere”. Queste le parole di Marta Cartabia davanti ai video pubblicati di quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere l’anno scorso. Cartabia parla di “un tradimento della Costituzione.
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