“I Servizi Sociali di Viterbo sembrano confermare un atteggiamento oppositivo alla relazione tra la piccola B. e la mamma di Baressa. E il diritto della bambina di poter incontrare la mamma non sembra sufficientemente tutelato e garantito. Per organizzare un incontro madre-figlia in una struttura protetta, dopo 6 mesi trascorsi senza possibilità di vedersi neanche in videochiamata, sembrano necessari tempi biblici. Non solo, sembra che nell’arco di un intero mese siano possibili solo due date, la prima coincidente con l’udienza del processo in cui il padre è imputato, la seconda eventuale possibilita quasi alla fine di luglio distante 14 giorni”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris (Associazione Socialismo Diritti Riforme) facendo osservare la scarsa propensione dei servizi a collaborare con una madre che vive in un piccolo paese oltre Tirreno.
“Appare discutibile che alla richiesta di incontro tra la bambina e la mamma formulata dalla legale Cristina Puddu lo scorso 21 giugno – osserva Caligaris – le assistenti sociali rispondano “visto l’esiguo tempo a disposizione per organizzare l’ambiente che accoglie madre-figlia, le indico due date nelle quali possono essere realizzati gli incontri: 10/11 luglio e 24/25 luglio”. Forse è opportuno rilevare che la richiesta non prevedeva alcuna data in tempi brevissimi ma non risultano neppure necessari particolari condizioni dell’ambiente in questione, trattandosi di una semplice stanza. Singolare poi che il primo degli incontri coincida con quello dell’udienza del processo in corso nel Tribunale di Oristano dove la mamma della bambina è parte civile e dovrà quindi essere presente venerdì 9 luglio. Le assistenti sanno anche che per arrivare a Viterbo il sabato, la madre, non avendo le ali, deve partire il venerdì e sobbarcarsi un viaggio con l’ansia di non perdere le coincidenze. L’ultima possibilità d’incontro nel prossimo mese dopo altri quindici giorni”.
“Vi è poi un aspetto che lascia interdetti – rileva ancora l’esponente di SDR – la bambina non vede la mamma da 6 mesi. Ne implora la presenza in tutte le telefonate manifestando anche fragilità emotiva. Appare davvero singolare che le assistenti sociali non si prodighino per fare in modo che madre e figlia non possano incontrarsi in un’altra data in considerazione della ricorrenza del compleanno della piccola il 13 luglio. Oppure forse non abbiamo capito che questa risposta è solo apparentemente negativa. In realtà è destinata al papà della bambina. E’ un invito affinché questa volta la piccola B. possa incontrare la mamma in Sardegna. Il genitore infatti potrebbe facilmente condurla con sé – conclude Caligaris – e permettere a mamma e figlia di abbracciarsi. Dopo sei mesi e in prossimità del sesto anniversario della bambina ci sarebbe davvero un infinito amorevole abbraccio”.
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