A dieci anni di distanza dall’ultima volta, torna a Cagliari la Nazionale Italiana di Pallanuoto, campione del mondo in carica e bronzo alle Olimpiadi di Rio, in ritiro prima di partire direttamente a Tokyo per le Olimpiadi. Appuntamento che acquisisce ulteriormente importanza dopo il lungo blocco delle manifestazioni pubbliche a causa della pandemia da coronavirus.
Il programma sportivo si svolgerà dal 9 all’11 luglio, per un triangolare, con tre incontri di cartello che oltre al Settebello vedrà immergersi nella piscina comunale di Terramaini anche i fortissimi atleti di Croazia e Russia. Ci sarebbe dovuto essere anche il Giappone, ma la situazione pandemica critica nel Paese del Sol Levante non ha permesso il suo arrivo.
Sarà l’occasione per vedere lo stato di forma degli azzurri reduci dalla World League a Tbilisi (Georgia) e in procinto di partire per le Olimpiadi. Cosa che avverrà direttamente dal capoluogo sardo subito dopo la conclusione del triangolare.
In realtà la selezione guidata dall’incommensurabile Alessandro Campagna (più avanti l’intervista) comincerà il ritiro sardo il 5 luglio. Qualche giorno in più tale da consentire ad appassionati e sportivi in genere di socializzare con tutto lo staff e assaporare il clima che si respira poco prima di intraprendere un’esperienza unica e irripetibile come quella di Tokio 2020.
“L’anno scorso, nello stesso periodo – ricorda il presidente FIN Sardegna Danilo Russu – avremmo dovuto ospitare il quadrangolare ‘Waterpolo Sardinia Cup’ con Italia, Spagna, Croazia e Serbia. Il Coronavirus bloccò tutto ma non ci siamo persi d’animo, riproponendo una sfida a tre che non muta d’importanza vista la distanza ravvicinata dai Giochi Olimpici. Mi dispiace tanto che il Giappone abbia dovuto dare forfait ma davanti alle emergenze sanitarie non si scherza. Speriamo di ospitarli il prossimo anno. Ringrazio l’entourage azzurro che ha accolto il nostro invito e rivolgo un forte apprezzamento a tutti coloro che si stanno prodigando per la buona riuscita della manifestazione. La presenza del Settebello deve stimolare i nostri tesserati ad un pronto rientro in acqua per la prossima stagione, sperando che il fascino della calotta tricolore attiri nuovi estimatori. Cagliari e la Sardegna sportiva hanno l’opportunità di vivere una tre giorni davvero fuori dall’ordinario”.
Le gare del triduo pallanuotistico internazionale saranno trasmesse in diretta sul canale Rai Sport HD.
Il Ct Sandro Campagna: “Dalla Sardegna attendiamo tanto affetto”
Vittorie su vittorie, sia da atleta, sia da tecnico. Alessandro Campagna nonostante l’invidiabile curriculum, ha ancora fame di traguardi importanti che non arrivano mai per caso. A Rio 2016 trascinò il settebello alla conquista del bronzo, ma vorrebbe rivivere, da un’altra prospettiva, quell’indescrivibile euforia di Barcellona ’92 quando lui e i suoi compagni della Nazionale di pallanuoto maschile conquistarono l’oro olimpico che si aggiunse a quelli del 1948 e 1960.
La preparazione alla mission nipponica sarà frenetica e ricca di appuntamenti. Tra cui quello cagliaritano, a cui lui tiene tanto perché la Sardegna gli ha spesso portato bene.
A breve sarete coinvolti nella World League. Come mai questo titolo è ancora da acciuffare?
Non è mai stata al centro del nostro programma. Ma la sfruttiamo sempre come preparazione per le competizioni più importante. Ci arriviamo con i carichi di lavoro abbastanza elevati, non siamo mai al pieno della forma. Inoltre, abbiamo trovato sempre squadre competitive e di altissimo livello, non è mai facile vincere.
Come vi state preparando per la Georgia?
Abbiamo giocato poco quest’anno, dobbiamo sfruttare qualsiasi occasione per acquisire ulteriori motivazioni in vari ambiti: crescita del gioco, mentalità, adattamento all’arbitraggio. E poi vogliamo far bene perché così cresce l’autostima. Partiremo con tanto entusiasmo sapendo che queste sei partite ci servono per migliorare.
Tra le avversarie, a Tbilisi, c’è anche la sua ex Grecia. Quanto c’è di greco nel gioco dell’Italia e quanto d’italiano nel gioco della nazionale ellenica?
Sono passati tanti anni. Però ho lasciato impronte nel loro bagaglio tra mentalità, impostazione e metodologia del lavoro. I greci me l’hanno sempre riconosciuto. Anche il mio percorso professionale si è accresciuto in quel periodo. Di quello che propongo ora, probabilmente, c’è qualcosa che deriva da quella esperienza.
Poco prima della partenza per il Giappone verrete in Sardegna per misurarvi con Croazia e Russia. Ci confessa se queste due nazionali hanno delle caratteristiche particolari che vorrebbe “prendere in prestito” per la sua nazionale?
Ho scelto queste due squadre perché sono talmente forti fisicamente che quando impostano un pressing molto forte possono metterci in difficoltà. Ipotizzando che alle Olimpiadi incontreremo squadre con tattiche simili, (slave spagnole), quello di Cagliari sarà un buon allenamento, e un ottimo test prima di partire a Tokio.
Qual è il suo rapporto con la Sardegna pallanuotistica?
A sedici anni e mezzo ho esordito in prima squadra a Siracusa contro la Rari Nantes Cagliari e poi mi ricordo che nel campionato successivo, vincendo a Cagliari ottenemmo la quasi certezza di salire in serie A. Di quella squadra mi ricordo Gianfranco Maurandi e Massimo Bruno; era una grandissima compagine. L’ultima volta che siamo venuti con la nazionale, nel 2011, ci ha portato bene perché abbiamo vinto a Shangai, chissà che non si ripeta la storia.
Quanto è importante un triangolare in Sardegna con i Campioni del Mondo in carica?
Moltissimo. Mi auguro che gli spalti siano pieni di spettatori. Spero soprattutto che ci siano tanti ragazzi perché vedendo giocare dal vivo i campioni si appassionano e la voglia di emularli accresce. E magari a settembre si iscrivono alle scuole di pallanuoto. Dobbiamo coinvolgere quei giovani che dopo due stagioni di pandemia hanno abbandonato la disciplina, sopraffatti dalle difficoltà. A loro dobbiamo restituire l’entusiasmo. La presenza dei campioni nel territorio sardo è di fondamentale importanza.
Che consigli si sentirebbe di dare al presidente FIN Sardegna Danilo Russu per potenziare il movimento?
Innanzi tutto, continuare con altri appuntamenti di questo genere, magari ospitando anche eventi legati alle finali nazionali giovanili. Sarebbe utilissimo che i bambini sardi, oltre all’altissimo livello, avessero l’opportunità di confrontarsi con i pari età. La creazione di manifestazioni è fondamentale. E poi bisognerebbe dare sostegno alle società per far tornare almeno in A2 la pallanuoto sarda che ha comunque delle ottime tradizioni.
Il gioco in vasca muta parecchio. Chi è secondo lei che detta l’evoluzione ed il cambiamento radicale delle tattiche e delle tecniche?
Il gioco si evolve come la vita. La tecnologia migliora e va ad una velocità incredibile. Nel calcio non si gioca più come ai tempi di Riva e Rivera. E anche la pallanuoto è così, con fattori vari che mutano: giocatori, metodologie, la razza che migliora, il fatto che con le nuove metodologie di allenamento si è più veloci, più forti, ci si allena con maggiore frequenza. E inoltre anche le regole sono cambiate e di conseguenza noi allenatori ci adeguiamo perché puntiamo a vincere. Il “nuovo” viene copiato dagli altri. Ognuno aggiunge una propria idea al patrimonio globale della pallanuoto.
Lei in quale aspetto particolare si è sentito un innovatore?
Studio in continuazione. Cerco sempre di mettere qualcosa di inedito nella mia preparazione tecnica e tattica. Non apporto mai cambiamenti radicali, ma anno dopo anno aggiungo piccoli pezzetti che non si notano subito, ma nel tempo si.
Nella recente doppia amichevole con il Montenegro ha dichiarato che il pressing sta funzionando bene. È semplice trasmettere un’idea ai giocatori e vederla applicata totalmente in acqua?
Questo dipende dall’intelligenza dei giocatori. Con alcuni ci si capisce con uno sguardo. Con gli altri ci vogliono ore e ore di addestramento ma alla fine si raggiunge comunque l’obiettivo.
Il Settebello dei suoi desideri che tipo di gioco dovrebbe saper esprimere alle Olimpiadi?
Dobbiamo essere bravi nell’adattarci, soprattutto al modo di arbitrare e poi ai vari metodi di gioco espressi dalle avversarie. Ormai non si vince più con un solo sistema, ti imponi se riesci a capire come gioca la squadra avversaria e che modifiche apportare in corsa. Ognuno ha un proprio stile e lo devi saper attaccare in maniera differente. Saranno i piccoli dettagli a fare la differenza. Concentrarsi su questi è molto importante.
La Pro Recco deve inchinarsi al Brescia ma vince in Europa. Quanto stanno giovando al movimento questi due eventi storici?
Moltissimo. Tutte e due hanno avuto un grosso riscontro mediatico. Brescia ha rotto l’egemonia della compagine ligure dopo quattordici scudetti consecutivi e la Pro Recco vince la Coppa dei Campioni a distanza di sei anni. Per me sono stati due avvenimenti positivi perché i giocatori li ho trovati molto contenti, motivati e soddisfatti dopo una stagione difficile, piuttosto complicata per la poca continuità in allenamenti e partite che in epoca pandemica sono drasticamente diminuite. Sono contentissimo di questo epilogo.
Torniamo alla nostra amata Sardegna, ha mai trovato delle affinità con la sua Sicilia?
Vivere in un’isola ti dà qualcosa di diverso. Siamo fuori portata ma nello stesso tempo tendiamo ad essere più sociali. Accogliamo con grande rispetto e affetto le persone. Sotto questo punto di vista siamo dei privilegiati e poi la gente del Sud sa come farsi voler bene.
La voglia di imparare e di crescere penso che sia alla base della sua meravigliosa carriera; c’è qualcosa di “fuori dall’ordinario” che vorrebbe realizzare?
Sono soddisfatto di quello che sto facendo, la vita è nella mia professione. Mi auguro soltanto di non stancarmi mai e di avere la motivazione sempre molto alta nel fronteggiare le mille difficoltà che la vita ti impone. Qualsiasi obiettivo ci si pone, bisogna farlo con il massimo impegno e rispetto da parte di tutti. Spero di poter fare sempre le cose che mi divertono. Anche quando smetterò di allenare.
Lo vuol mandare un saluto agli appassionati sardi?
Mi auguro che ci sia una grande attesa, vorrei vedere tanti amici e tante persone anche in giro per Cagliari e che si stringano attorno al Settebello. Conosco perfettamente il calore sardo, ci sarà utile per darci una spinta in più perché da lì partiremo per Tokio.
Leggi altre notizie su www.cagliaripad.it