Guadagnano circa 550 euro al mese, sulla base una tipologia contrattuale normata un secolo fa da un decreto regio e poi congelata in una legge del 1964 che non prevede diritti minimi -maternità, congedi parentali, Naspi- e li inquadra come lavoratori autonomi, benché svolgano un’attività tipicamente subordinata. Questa la situazione degli “assuntori” sardi, gli operatori dei passaggi a livello delle tratte ferroviarie a scartamento ridotto gestite dall’Arst, scesi questa mattina in piazza a Cagliari per far sentire alla politica il loro urlo di dolore e chiedere tutele. Una delegazione di lavoratori, chiamati a raccolta dalla Cgil, ha dato vita a un presidio sotto i portici del Consiglio regionale, dove hanno incontrato una delegazione di consiglieri.
“Questa è un categoria di ‘invisibili’- spiega alla ‘Dire’ la segretaria regionale della Filt Cgil, Massimiliana Tocco-. Sono persone che hanno bisogno di recuperare i diritti minimi di tutti gli altri lavoratori degli enti pubblici. Il problema è che hanno un contratto ibrido, una via di mezzo tra un contratto subordinato e un contratto autonomo”.
Ribadisce la sindacalista: “Chiediamo giustizia per questa categoria, prima che le ferrovie vengano totalmente elettrificate e ‘spariscano’ i passaggi a livello presidiati. Ecco perché deve essere applicata la legge 29 approvata dal Consiglio regionale nel 2018, in modo che tutti questi lavoratori possano essere in qualche modo assorbiti da Arst”. I consiglieri regionali che hanno ascoltato le istanze dei lavatori -presenti Daniele Cocco ed Eugenio Lai (Leu), Gianfranco Ganau (Pd), Francesco Agus (Progressisti), Desirè Manca, Michele Ciusa e Alessandro Solinas (M5s) e Fausto Piga (Fdi)- hanno preso l’impegno di chiedere la convocazione urgente della commissione Lavoro per un confronto con l’assessore regionale ai Trasporti e i vertici di Arst.
Fonte Agenzia Dire
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