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Il Comitato Rumore no Grazie ha presentato al Comune di Cagliari le proprie “Osservazioni al Piano di Risanamento Acustico”. Si tratta di un documento composto da cinquanta cartelle inviato anche alla Regione, alla Procura della Repubblica, ai Ministri della Salute e dell’Ambiente e al Prefetto.

“Il Piano di Risanamento si pone come risposta ad un preciso obbligo di legge quando i livelli di rumore certificati sono tali da costituire pericolo grave per la salute umana e per l’ambiente. Un obbligo che per la città di Cagliari è stato accertato per la prima volta nel lontano 2012 e poi confermato tutti gli anni a seguire, nessuno escluso, dall’ARPAS, dall’ASL, dalla VDP srl, Società incaricata dal Comune di redigere il Piano di Risanamento – si legge nella nota del Comitato – il Piano, quindi, arriva con ben 10 anni di ritardo durante i quali l’inquinamento acustico ambientale è andando in crescendo per le inadempienze, la superficialità e il disprezzo per la vita dei residenti da parte di quanti negli anni hanno amministrato la città. Non è una forzatura parlare di disprezzo per la vita perché, non ci stancheremo mai di ricordarlo, ‘il rumore uccide ed è causa di malattie gravi e invalidanti’. Quale è la finalità di un Piano di Risanamento? Quella di definire, una volta accertato il disastro ambientale, gli interventi i più idonei a riportare i livelli di rumore inquinante nei limiti sanciti nel Piano Acustico Comunale. E cioè:

  • precludere l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo che possa provocare “fastidio o disturbo” al riposo ed alle attività umane;
  • inibire le sorgenti sonore, comprese quelle antropiche, causa dell’inquinamento acustico;
  • tutelare la salute e la vita delle persone.

In sostanza migliorare la qualità del clima acustico e dell’ambiente urbano nel rispetto dell’inviolabilità dei luoghi di vita da ogni forma di violenza e nel rispetto assoluto della salute garantita dalla Costituzione”.

“In prima battuta la Società VDP incaricata di redigere il Piano di Risanamento ha provveduto al monitoraggio acustico della città (il 31 marzo e i 1° aprile del 2017!) rilevando livelli di rumore notturno in emissione di decine e centinai di volte (sino a oltre 4 mila volte in corso Vittorio Emanuele) superiori a quelli massimi consentiti. Livelli da cui conseguono quelli insopportabili in immissione nelle abitazioni e i tormenti e le notti insonni dei residenti – spiega il portavoce del Comitato Rumore no Grazie – la Società doveva accertare non solo i livelli di rumore ma individuarne anche le cause. Cause indicate con estrema precisione dalla VDP: La principale sorgente sonora è stata individuata nell’aggregazione di persone, richiamate dalle attività dei locali che offrono servizi ai tavoli all’aperto, atte a conversare e talvolta a schiamazzare all’esterno degli esercizi pubblici. Si tratta di situazioni in cui la tendenza è di parlare ad un livello di emissione medio‐alto, con conversazione continuativa a piccoli gruppi, in cui due o più persone si alternano senza interruzione. Il fenomeno sonoro complessivo che ne risulta è di un’emissione di livello variabile ma pressoché senza interruzioni. In verità nulla di diverso rispetto a quanto certificato dall’ARPAS già nel 2013 e negli anni successivi e dalla ASL”.

“Alla luce di fatti incontrovertibili come questi, quanto appare fuori luogo e inaccettabile manifestazione di incompetenza la dichiarazione del Sindaco Truzzu di questi giorni che i tavoli per strada nulla hanno a che vedere con il disastroso inquinamento acustico ambientale. Il Sindaco nega senza argomenti i contenuti di un documento che lui e il suo governo hanno fatto proprio e presentato al Consiglio. Imperdonabile – prosegue il comunicato – di fronte al quadro allarmante dei rilevamenti fonometrici e alle cause certe della loro origine, la VDP avrebbe dovuto provvedere a rapportare i tavoli per strada ai livelli di rumore da rispettare. Ma, fatti i conti, era chiara l’incompatibilità dei tavoli. Nella generalità dei casi i tavoli andavano rimossi. In verità non andavano autorizzati. Ed è proprio dalle autorizzazioni illegittime che scaturisce l’inquinamento acustico ambientale. Appare chiaro come il sole che col “Piano” non si è inteso perseguire il ripristino della legalità violata ma salvaguardare “interessi contrapposti”, come è stato persino scritto. Una autentica bestialità frutto di malafede o di incompetenza di gente che ignora la Costituzione e le molteplici Sentenze della Corte costituzionale che vietano che il diritto alla salute e alla vita possa essere minimamente subordinato a interessi e diritti di qualsiasi natura, compreso il diritto alla libertà d’impresa”.

“E così, anziché procedere sulla via della legalità, si è preferito infarcire il Piano di Risanamento di soluzioni illegittime, assurde e risibili col risultato finale di proporre e tentare di legittimare un innalzamento dei livelli di rumore pur di non abbassare quelli illegittimi certificati. Quello di Cagliari è l’unico caso in Italia di Piano di Risanamento che prevede l’innalzamento dei livelli di rumore da abbassare. La più incredibile e sconcertante delle soluzioni illegittime a cui si è fatto ricorso è l’estensione alle stradine del nostro Centro storico del decreto che disciplina i livelli di rumore lungo le autostrade (DPR 142/2004). Quantunque il decreto porti incorporato il divieto della sua applicazione alle stradine di Tipo E come lo sono quelle del nostro Centro storico. Col risultato assurdo e incredibile che nel Centro storico di Cagliari sarebbe ammesso un livello di rumore notturno in facciata delle case di 60 decibel mentre nelle case lungo le autostrade il livello di rumore massimo ammesso è di 55 decibel. Roba da far uscire di testa? A chi attribuire queste bestialità! Prima di tutti al Sindaco Truzzu e alla sua Giunta che hanno fatto proprio quel “Piano” e quindi lo hanno accettato e condiviso. Ma siamo solo all’inizio. Il livello di rumore notturno di 60 decibel in facciata non lo si trova in nessuna città d’Italia per la semplice ragione che è vietato dalla legge (Legge 447/1995 e decreti attuativi). Il livello di rumore notturno di 60 decibel infatti è riservato alle Aree prevalentemente industriali e non già ai centri urbani. Quindi il Sindaco Truzzu, pur di salvare i tavoli illegittimi per strada, equipara quartieri del Centro storico e Aree industriali. Un atto di brutalità e di crudeltà verso i propri cittadini che fa rabbrividire. E come se non bastasse si arriva all’amenità di scrivere, parole testuali, che ‘Il limite di 60 dB è un valore accettabile per la tutela della salute pubblica’. Un’affermazione delirante che non sentirete pronunciare nemmeno da un addetto alle pulizie in ambito ospedaliero”, continua.

“Vediamo cosa dice in merito l’Organizzazione Mondiale della Sanità: ‘Sopra 55 decibel: la situazione è considerata pericolosa a livello di salute pubblica. Gli effetti avversi sono frequenti e il sistema cardiovascolare comincia a essere sotto stress. Lo stress cardiovascolare è l’effetto dominante’. Si tenga presente che 60 decibel rispetto a 55 decibel esprime un livello di rumore che è quasi 5 volte più alto. Quindi il 500%. Se vi sembra poco. La proposta di Piano di Risanamento Acustico vuole imporre alla città di Cagliari una situazione acustica ‘considerata pericolosa a livello di salute pubblica’ dall’OMS. Si salvi chi può. Un invito a fuggire dalla città. Questo è solo un assaggio delle amenità e assurdità del cosiddetto Piano di Risanamento Acustico. Saremmo laboriosi per migliorarlo o fermarlo in tutte le sedi. Sino ad oggi non ci è stata data la possibilità né in sede di elaborazione, violando così un preciso obbligo di legge che lo prevede (Legge 108/2001), né in sede di confronto con la Giunta: il Sindaco e l’Assessore all’Urbanistica declinano ogni richiesta d’incontro. Forse ci conoscono come ‘Comitato’ che non si presenta col cappello in mano e che non fa sconti a nessuno. Tanto meno sulla base del colore politico”, conclude.