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Nella giornata di mercoledì 9 giugno, la Prefettura di Cagliari ha diramato un comunicato stampa con il quale ha annunciato maggiori controlli da parte delle Forze di Polizia e della Polizia locale, soprattutto nei weekend, per arginare gli episodi di ‘malamovida‘ che si sono verificati nel capoluogo nelle ultime settimane. Diverse le segnalazioni da parte degli abitanti delle zone interessate, in particolare quelli del centro storico, e dei movimenti anti rumore, come il Comitato Rumore no Grazie, il quale da anni si batte contro l’inquinamento acustico ambientale.

In risposta alla decisione presa dal Prefetto di Cagliari, il Comitato ha scritto una lettera aperta.

Il Comitato Rumore no Grazie prende atto con rispetto e attenzione dell’impegno che Lei mette in campo per lenire le piaghe del disastro acustico ambientale e della convivenza civile in cui è sprofondata la città. Ma con la lealtà e la franchezza che hanno sempre contraddistinto il nostro impegno sociale diciamo a Lei che le misure assunte, tutte sul versante dell’ordine pubblico, non porteranno lontano. Perché le soluzioni prima ancora che di ordine pubblico sono di ordine politico. Ed è su questo declivio che vengono drammaticamente alla luce i limiti e le inadempienze del Sindaco Truzzu e della sua Giunta. In un continuum allarmante e preoccupante con quanti hanno amministrato la città dal 2008 ad oggi. Siamo ben consapevoli che l’azione politica non è prerogativa delle sue funzioni né di quelle delle Forze dell’Ordine. Il disastro di oggi, lo ribadiamo e lo documentiamo da tempo, è frutto di gravi inadempienze politiche.

Signor Prefetto dobbiamo, allora, tutti chiedere al Sindaco: perché non applica la Sentenza del TAR del gennaio 2015 di condanna del Comune di Cagliari per disastro ambientale da rumore? In quella Sentenza è indicato da anni il percorso per uscire dal degrado ambientale, dagli assembramenti negli spazi in concessione pubblica per mescita e ristorazione all’aperto che sono il terreno di coltura del disordine pubblico; perché non applica il Piano Acustico Comunale, strumento fondamentale per assicurare il giusto equilibrio tra tavoli per strada, presenze di commensali e rispetto del diritto alla salute e alla vita dei residenti? Il “Piano” è ibernato dal giorno della sua approvazione nel 2016 come lo fu quello precedente del 1994.

Perché anche negli ultimi mesi ha continuato a concedere nuove aree per pubbliche libagioni in quartieri come Marina e Stampace? Quartieri già dichiarati da anni in “emergenza sanitaria e in “criticità acustica”, come in piazza Yenne e in piazzetta Aramu
-perché anche in queste ore ha ampliato, in modo generalizzato, gli spazi già in concessione? Aumentando così i contesti di attrazione e di assembramento per i disturbatori e i disagi e le sofferenze per i residenti; perché ha impiegato due anni per presentare il Piano di Risanamento Acustico, prova intangibile del disastro ambientale da rumore e strumento principe per riportare la città su un piano di vivibilità? Piano richiesto dall’ARPAS già dal 2013 dopo la certificazione nel centro storico di livelli di rumore notturno vietati persino nelle Aree industriali di giorno.

Perché non dà seguito alla Mozione di indirizzo approvata dal Consiglio comunale il 23 marzo scorso dove sono indicate le azioni da assumere anche in tempi brevi per far fronte ai drammi crescenti di cui ci occupiamo? Magari installando in tempi brevissimi le Centraline fonometriche con telecamere del tutto assenti in città; perché non verifica la legittimità delle concessioni del suolo pubblico in ragione dei livelli di rumore massimo ammesso in ogni quartiere, a partire da quelli del Centro storico? Da anni affermiamo che nella generalità dei casi quegli atti sono illegittimi e da anni invitiamo i soggetti di riferimento a difendere la loro onorabilità in giudizio.

Illustre Signor Prefetto, non sono solo queste le inadempienze ma bastano e avanzano per indicare a Lei le acque stagnanti delle carenze politiche e amministrative in cui rischiano di affogare le sue buone intenzioni. Un strada, quella da Lei imboccata, illustre Signor Prefetto, già percorsa in passato da altri zelanti e responsabili Prefetti della Città. Che poco hanno potuto fare di fronte all’ambiguità della politica locale che spaccia per disordine pubblico le conseguenze della sua inveterata inerzia amministrativa e della sua inadeguatezza politica. In discussione non ci sono soltanto l’intensità del rumore e l’ordine pubblico ma il modello di città e di civiltà che vogliamo costruire per noi e per quanti verranno dopo di noi, le virtù culturali e il rispetto per le persone che vogliamo affermare, la tutela dell’ambiente e del patrimonio storico e artistico in cui primeggiamo e che dobbiamo salvaguardare. Valori tutti oggi minacciati da comportamenti irresponsabili: la Mala movida è anche frutto della Mala politica.

Con questa classe di amministratori, Signor Prefetto, dinanzi a noi si sta dischiudendo la notte e non il giorno.

Per il Comitato Rumore no Grazie, Marco Marini