I rappresentanti dell’Associazione suinicoltori della Sardegna, che raccoglie circa 100 aziende, hanno illustrato oggi al parlamentino le difficoltà attraversate dal settore a causa della pandemia: «Il nostro comparto è in ginocchio – ha detto il presidente dell’Associazione Fabrizio Viglietti nell’ultimo biennio siamo riusciti a piazzare i nostri prodotti solo a Natale. Successivamente abbiamo dovuto svendere i suini da latte a soli 15 euro a capo. I costi di produzione superano di gran lunga i magri incassi degli ultimi mesi».

Per questo i suinicoltori sollecitano un’accelerazione nell’erogazione delle somme stanziate lo scorso anno e un ulteriore intervento finanziario per il 2021: «I fondi deliberati dal Consiglio nel 2020 rappresentano un’importante boccata d’ossigeno per le nostre aziende ma non sono sufficienti. Chiediamo un ulteriore sforzo finanziario che consenta alle nostre imprese di far fronte ai costi vivi. Gli animali vanno alimentati ogni giorno».

Più attenzione per il comparto ha invocato anche Pietro Tandeddu (Copagri): «Il ritardo nei pagamenti delle varie misure regionali o del Psr è un problema che riguarda tutti i settori dell’agricoltura – ha detto Tandeddu – occorre fare il punto della situazione per sconfiggere quello che io ritengo il male peggiore della Sardegna: la ‘buronòspera’». Il presidente della Commissione Piero Maieli ha poi rivelato che, secondo gli ultimi dati forniti da Laore, nei prossimi giorni saranno liquidate altre 57 pratiche agli allevamenti suinicoli per complessivi 250mila euro.

Anche sul versante prezzo della lana le cose non vanno meglio. La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti di Confagricoltura e Copagri sul crollo del prezzo della lana di pecora. Il prodotto oggi viene pagato 20 centesimi al chilo. Una cifra molto bassa che non copre nemmeno il costo per la tosatura, stimato in circa 1,6 euro a capo. Per questo alcuni consiglieri del centrodestra hanno presentato una proposta di legge a sostegno del comparto, primo firmatario Giuseppe Talanas di Forza Italia. La proposta prevede un ristoro di 75 centesimi di euro per ogni chilo di lana prodotta dietro presentazione di regolare fattura di vendita. Spesa prevista: 7,5 milioni di euro per il triennio 2021-2023.

Perplessità sull’efficacia del provvedimento sono state manifestate dal direttore di Copagri Pietro Tandeddu. Secondo il direttore, per dare valore aggiunto alla lana di pecora occorre puntare sulla ricerca coinvolgendo le agenzie agricole regionali e l’Università. Contrari alla proposta i consiglieri d’opposizione Salvatore Corrias (Pd) e Gianfranco Satta (Progressisti) che hanno invitato la Commissione a tener conto delle osservazioni delle associazioni di categoria.

Al termine della commissione si è parlato anche dell’emergenza cavallette che ha colpito la piana di Ottana: «La situazione è drammatica – ha detto il capogruppo del Psd’Az Franco Mula – sono circa 30mila gli ettari colpiti da questo flagello. Senza interventi di prevenzione il prossimo anno la superficie coinvolta potrebbe triplicarsi. Occorre adesso individuare le competenze e agire al più presto. L’assessore all’Agricoltura convocherà presto un tavolo per decidere il da farsi».

I rappresentanti di Copagri e Confagricoltura hanno convenuto sulla necessità di un intervento rapido per arginare l’invasione delle cavallette. «La legislazione europea e quella nazionale considera le cavallette organismo nocivi. Gli aiuti possono essere concessi senza ricorrere al de minimis. Le risorse necessarie potrebbero essere recuperate con l’assestamento di bilancio».