“A seguito del sit-in di Liberu di martedì mattina contro i progetti di privatizzazione della sanità, nel pomeriggio nel sito ATS Sardegna è comparso il seguente comunicato stampa: Il Commissario Straordinario dell’ASSL di Nuoro, Dottoressa Gesuina Cherchi, sentito il Direttore del Dipartimento delle Attività dei Presidi Ospedalieri (DAP) di ATS/ARES, Dottor Sergio Pili, intende precisare quanto segue: in riferimento alla presunta ‘esternalizzazione’ del personale sanitario del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Francesco, apparsa sugli organi di stampa, il Dottor Pili smentisce di aver mai preso in considerazione tale ipotesi per il Presidio nuorese […]. Siamo lieti di questa veloce retromarcia dopo la nostra denuncia”, è quanto comunica l’associazione Liberu in una nota stampa.
“Ma di rettifiche e rassicuranti parole di retromarcia questo territorio ne ha già visto tante, come ci ricorda la vicenda del famoso Project Financing, anch’esso a suo tempo ripetutamente smentito ma tragicamente andato avanti, fino al disastro e alle aule di tribunale. Noi ci auguriamo davvero che questa smentita trovi reale corrispondenza, e che il pronto soccorso del San Francesco non venga privatizzato.
Tuttavia non è stato assolutamente smentito un passaggio molto inquietante, che esula dalla sorte del pronto soccorso nuorese, e cioè la frase di Pili nell’intervista al giornale secondo cui esiste un progetto di ‘esternalizzazione, originariamente pensata per gli ospedali periferici’. Su questa frase c’è poco da interpretare. E questa non è stata smentita”, prosegue il comunicato.
“Una frase che conferma la nostra preoccupazione che la politica regionale, in accordo con i vertici sanitari, miri a consegnare ai privati i servizi sanitari delle zone interne e dei piccoli ospedali, definiti ‘periferici’. Ci chiediamo cosa si intenda per periferico e centrale quando si decide della salute dei cittadini. Esistono forse cittadini periferici e cittadini centrali per i vertici della sanità e per questa giunta regionale? Ci sono cittadini periferici che dovranno prima pagare le tasse, e poi pagare anche i privati a cui viene consegnata la loro sanità? – e conclude – queste sono le domande che tutti i cittadini si dovrebbero porre, e che dovrebbero porre alle autorità politiche e sanitarie. Ribadiamo la nostra contrarietà a qualsiasi progetto di privatizzazione e invitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi per fare sentire la loro voce e la loro opposizione allo scippo della loro sanità”.
