Un’interpellanza e un appello rivolto al presidente e a tutti i componenti della commissione Sanità in Consiglio regionale: «È urgente», sottolinea Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, «la creazione di un reparto di terapia intensiva per pazienti pediatrici all’interno di una struttura che abbia vocazione pediatrica e con personale stabile e specializzato. Si potrebbero evitare così i trasferimenti dei piccoli pazienti verso gli ospedali specializzati oltre Tirreno, tanto quelli programmati quanto quelli in urgenza, con quanto consegue per le famiglie».
Nei giorni scorsi, durante il 76esimo congresso della Società Italiana di Pediatria, si è sottolineato come a livello nazionale siano pochi i posti di terapia intensiva per i bambini e mal distribuiti sul territorio: «La Sardegna è tra le regioni che non dispongono di posti letto per questa categoria di pazienti. Bene il fatto che la commissione Sanità in Consiglio regionale voglia affrontare l’argomento con una serie di audizioni, ma serve agire in fretta».
«Attualmente», ricorda Agus, «in Sardegna non esiste una struttura ospedaliera pubblica con reparto di terapia intensiva per pazienti di età pediatrica: sono attivi soltanto posti letto per terapia intensiva neonatale, dedicati al trattamento dei neonati al di sotto dei 30 giorni di vita e con peso inferiore ai 5 chili, mentre i trattamenti intensivi per i pazienti di età evolutiva al di sopra di quella fascia di vita sono eseguiti nei reparti per età adulta, per di più da parte di personale che solo occasionalmente si occupa di procedure di anestesia per pazienti in età evolutiva».»
Nel Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, ancora da attuare, è prevista in futuro la creazione di sei nuovi posti letto di terapia intensiva per età pediatrica da ubicare, tuttavia, in una struttura ospedaliera non specializzata per pazienti di età pediatrica. «Facciamo in modo che il reparto nasca all’interno di una struttura che abbia vocazione pediatrica, con personale specializzato, e abbia valenza regionale. In un percorso non semplice per i piccoli pazienti e le famiglie», conclude Agus, «sarebbe un punto di partenza importantissimo».