“Si deve abbandonare la spesa storica quale criterio per fare gli investimenti in servizi e welfare, bisogna cogliere le differenze fra realtà territoriali e intervenire con una logica di equilibrio partendo dai dati, non solo aggregati ma puntuali e granulari, che forniscono la misura effettiva delle differenze”. Lo ha detto la presidente della commissione Lavoro Romina Mura (Pd) a Roma, nel corso dell’audizione di Tito Boeri, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro.
Mura ha concordato con Boeri sulla “necessità di un protagonismo parlamentare nel rivendicare le prerogative che ci sono riconosciute nell’acquisizione dei dati e nella loro messa in rete. Il Parlamento – ha aggiunto – può giocare un ruolo decisivo nell’acquisizione dei dati dalle agenzie e dalle istituzioni che per missione li raccolgono e li detengono”.
Per la deputata “bisogna leggere le disuguaglianze evidenziando come cambiano a seconda del genere, della famiglia in cui si nasce e del territorio in cui si vive. Così i lavoratori autonomi sono stati fra coloro che hanno pagato un prezzo maggiore ma con grandi differenze tra loro: dobbiamo rilevare queste differenze se vogliamo ricostruire assicurando piena cittadinanza a tutti, a prescindere – ha concluso – da dove si nasce e dove si vive”.