Il caso dei rifiuti speciali e pericolosi importati in Sardegna entra nuovamente in Consiglio regionale con un’interrogazione depositata dal gruppo dei Progressisti, primo firmatario Gianfranco Satta.
Nel documento, indirizzato al presidente della Regione e all’assessore all’Ambiente, si ripercorrono le tappe che negli ultimi anni hanno portato a una situazione preoccupante anche per i “necessari controlli che a più riprese sono invece sembrati inadeguati”.
«Come Progressisti ci eravamo già occupati della questione», sottolinea Satta: «Prima, nel dicembre 2019, con un’interrogazione del consigliere Loi e la richiesta di chiarimenti sui presunti conferimenti di fanghi fognari nella zona di Magomadas e in quel caso la risposta della Giunta arrivò dopo un anno e mezzo. Poi con l’interrogazione della collega Orrù, presentata a marzo e ancora senza risposta, con riferimento particolare al persistere di trasporti e smaltimento nell’isola di tonnellate di rifiuti pericolosi contenenti amianto nella discarica della vecchia miniera dismessa di Barega, nei pressi di Carbonia».
In particolare per quest’ultimo caso, continua Satta, «parrebbe che nei mesi scorsi siano stati conferiti centinaia di carichi di rifiuti speciali e pericolosi, tra i quali materiali contaminati da amianto, che sono stati interrati presso la discarica, beneficiaria nel 2020 di un nuovo provvedimento autorizzativo per un incremento della capacità volumetrica per un totale di circa 2 milioni di metri cubi aggiuntivi. Sempre per quanto riguarda la discarica di Carbonia, inoltre, parrebbe che vi siano problemi con le garanzie finanziarie prestate dalla società che gestisce l’impianto in quanto le stesse sono state fornite da una compagnia bulgara che dal 2017 risulta diffidata dall’autorità di vigilanza Ivass per problemi di solvibilità a causa di deficit patrimoniale. Se così fosse, in caso di danni ambientali nella discarica, le fidejussioni prestate a garanzia di eventuali danni potrebbero non essere incamerabili. Dovrà essere poi la Regione a sostenere ingenti spese per il risanamento. Per quanto riguarda invece i fanghi di depurazione destinati all’impianto di trattamento di Magomadas e alla discarica di Scala Erre nel comune di Sassari sono state rilevate numerose anomalie tanto sulla qualità dei fanghi trasportati quanto sulle quantità dichiarate. In questo caso sono state elevate multe per oltre 6 milioni di euro». Per quanto riguarda invece i fanghi di depurazione destinati all’impianto di trattamento di Magomadas e alla discarica di Scala Erre nel comune di Sassari sono state rilevate numerose anomalie tanto sulla qualità dei fanghi trasportati quanto sulle quantità dichiarate. In questo caso sono state elevate multe per oltre 6 milioni di euro».
Nell’interrogazione si ricorda anche il recente aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, datato gennaio 2021: «Tra gli obiettivi generali» conclude Satta, «ci sono la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti speciali, la riduzione degli smaltimenti in discarica dei rifiuti special, la minimizzazione dei carichi ambientali e dei costi legati alla loro gestione integrata e la realizzazione di un sistema impiantistico che garantisca l’autosufficienza del territorio regionale. Con l’interrogazione chiediamo quali misure urgenti la Giunta intenda adottare a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini residenti nelle zone limitrofe i siti in cui sono presenti gli impianti di smaltimento, se si sia pensato di predisporre, attraverso un servizio pubblico regionale, un controllo sistematico del rispetto della normativa vigente in materia di rifiuti, in particolare di quelli speciali e pericolosi, affidandolo a personale esperto e dotato di strumenti di indagine idonei, con postazioni fisse di controllo e verifica all’interno degli impianti e nelle aree portuali di accesso al territorio regionale e se non si ritenga opportuno incrementare l’attività di controllo dell’Arpas, estendendo l’annuale rapporto di monitoraggio dei rifiuti urbani anche ai rifiuti speciali, pericolosi e non».