“La realtà delle nostre campagne e dei paesi è drammatica” – ancora una volta è la Cinica Veterinaria Duemari di Oristano tramite la sua pagina Facebook a lanciare un grido d’allarme sulla situazione del randagismo in provincia. “Sono migliaia di cani privi di identificazione, ma nel 99% dei casi non si tratta di randagi ma di cani vaganti che hanno sia una casa che un padrone” – spiega la dottoressa Monica Pais chirurgo veterinario che nel 2003 ha fondato con il marito Paolo la Clinica veterinaria Duemari di Oristano e famosa nel web per aver dato vita all’associazione Effetto Palla.
Sono quasi 200 ogni anno i cani vaganti che vengono ricoverati presso la clinica, un costo che ricade su tutta la collettività e che va ad aggiungersi alle spese dei canili. Costa circa 1.200 euro mantenere un cane in canile e nella sola struttura di Silì ad Oristano sono 250 i cani attualmente ricoverati. Cifre importanti che richiedono nuovi interventi e scelte lungimiranti che vadano oltre le campagne di adozione.
“Urge una microchippatura a tappeto e occorrono campagne di sterilizzazione gratuita che coinvolgano in particolare modo le aree rurali e le aziende agricole – spiega la Pais -. Le aziende agricole sono vere e proprie fucine di cuccioli che vengono in larga parte uccisi appena nati o abbandonati rinchiusi in buste di plastica. Gli stessi cani sono liberi di vagare, accoppiarsi, aggredire altri cani. Finiscono essi stessi vittime di traumi ed investimenti e i più gravi finiscono i loro giorni senza cure o eutanasizzati per i costi che un loro recupero comporterebbero”.
È soprattutto alle amministrazioni a tutti i livelli che la Pais si rivolge: “Oramai le amministrazioni devono rendersi conto che il canile convenzionato, per anni utilizzato come tappeto sotto cui nascondere inadempienze e lo scarsissimo interesse per la cosa da sempre manifestata dai nostri amministratori a vari livelli, non è più una strada percorribile e che quindi sono oramai improrogabili, azioni a lungo respiro di controllo, educazione e repressione verso chi detiene cani a vario titolo e non li abbia iscritti alla anagrafe.”
Cosa si deve fare quando si decide di adottare un cane lo abbiamo chiesto a Jacopo Fais educatore cinofilo molto conosciuto ad Oristano e provincia esperto di socializzazione – “L’adozione di un cane è sempre un nobile gesto che tuttavia non può limitarsi all’accoglienza e basta. E fondamentale una collaborazione tra strutture e figure professionali, compito dell’educatore è quello di guidare il futuro adottante nella scelta del soggetto più adatto, dopodiché iniziare un percorso di conoscenza già in canile, per arrivare ad un inserimento mirato così da aiutare il binomio: proprietario e amico a quattro zampe! Per quanto riguarda i trovatelli anche questi vanno sempre denunciati e registrati all’anagrafe canina e va innestato loro il microchip per poterli identificare – spiega Fais-. Purtroppo nei nostri paesi è ancora troppo radicata l’abitudine di lasciare il proprio cane non microchippato libero di circolare in autonomia e di vagabondare su strada anche per giorni in modo disinteressato, senza rendersi conto delle conseguenze che questa scelta può comportare. Un cane incustodito può causare incidenti stradali dove l’animale può avere la peggio, una situazione altrettanto frequente è l’aggressione a cani condotti al guinzaglio. Anche l’utilizzo del guinzaglio è un aspetto che incontra molte resistenze – prosegue Fais – va ricordato a tutti i proprietari che l’utilizzo dello stesso, oltre ad essere un’obbligo di legge, è una atteggiamento di responsabilità che prescinde dalla razza e dalla taglia. Anche la sterilizzazione è un’azione necessaria, previa valutazione del soggetto e della situazione, per evitare che le cucciolate non volute finiscano nei canili o per strada. Sarebbe auspicabile un intervento economico in tal senso da parte delle amministrazioni che col tempo consentirebbe di risolvere un problema oggi fuori controllo”, conclude l’esperto.
Erminia Tanda