“La logica perversa che in queste ore di apparente ‘post Covid’ guida la mano del Comune di Cagliari in tema di politica economica e di vivibilità urbana è quella fallimentare e stucchevole di questi anni: più tavoli per strada per tutti”. Così il Comitato Rumore no grazie di Cagliari in una nota stampa, nella quale lamenta la decisione del Comune di pedonalizzare alcune vie del centro città per permettere a bar e ristoranti di posizionare fuori dai locali i loro tavolini. (Leggi QUI e QUI le due notizie corrispondenti)
“Ritenere che alla contrazione del potere d’acquisto e del reddito delle famiglie possa conseguire un aumento della domanda di beni e servizi solo perché si innalza l’offerta è fuori da ogni logica economica e dal comune buon senso” dichiara Enrico Marras, presidente del Comitato. “Buon senso che da tempo sembra non albergare tra gli amministratori civici della città. Cosa è cambiato in meglio in questi anni? Con l’onestà intellettuale che caratterizza il nostro impegno civile, nulla”.
Marras si chiede quindi come si possa “pensare di attivare impunemente nuove sorgenti sonore in quartieri, come Stampace e Marina, dichiarati dalla Regione in criticità acustica e in emergenza sanitaria” quando queste si trovano in una “condizione drammatica riconosciuta dal TAR, che ha condannato il Comune di Cagliari per disastro ambientale da rumore nel gennaio 2015. Una sentenza mai applicata e una condizione drammatica che ha reso obbligatoria l’adozione di un Piano di Risanamento Acustico, pena il commissariamento del Comune”.
“Una perversa volontà politica che sacrifica la salute e la vita – prosegue ancora Marras – persino dei bambini e dei malati, sull’altare di interessi economici resi sempre più fragili da una concentrazione sconsiderata e illegittima delle imprese nel Centro storico e dalla fuga di tanti residenti da una città sempre più invivibile. Condizione drammatica riconosciuta dall’Atto di indirizzo’ approvato dal Consiglio comunale il 23 marzo scorso che impegna il Sindaco ad assumere anche provvedimenti contingibili ed urgenti per debellare l’inquinamento acustico urbano a tutela della salute, della vita e dell’ambiente”.
Il Comitato chiede quindi al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu se sul “fenomeno angosciante dell’inquinamento acustico la sua Giunta” sia “custode di una proposta” e se sì, “quale? A tutt’oggi non è dato conoscere né un pensiero e neppure un pensierino debole. Forse sta in questa carenza culturale la sua riottosità ad incontrare il nostro Comitato che attende fiducioso da due anni. Intanto Lei si rende responsabile dell’aggravamento dello stato di salute di tanti innocenti che, privati del diritto naturale al sonno e al riposo, sopravvivono imbottiti di farmaci ed esposti al rischio di una più ridotta aspettativa di vita come riconosce l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’ Agenzia Europea dell’Ambiente”.
E conclude: “Intanto tornano i tavoli sull’uscio delle case, legittimati a stare a 75 cm dagli ingressi da un Regolamento comunale scritto più con i piedi che col cervello. Addio distanziamento sociale. Erano 3 metri prima che ci mettessero le mani alcune Assessore prigioniere degli Uffici. Di loro non restano altro che disastri frutto di idee evanescenti. Sindaco Truzzu, è ora di voltare pagina”.