Primo Maggio 2021, il “secondo Primo Maggio” ai tempi del Covid, è la festa del lavoro. Ma perché si è scelta proprio questa data? Per capirlo, dobbiamo tornare indietro di più di un secolo quando, durante la rivoluzione industriale, ebbero inizio le prime lotte operaie.
La storia
In Illinois, negli Stati Uniti, i Knights of Labor (cavalieri del lavoro), alla fine del 1800 si battevano per i diritti dei lavoratori, i quali chiedevano la riduzione dell’orario di lavoro. Il 1° maggio del 1886, in uno dei tanti scontri tra polizia e movimento operario, furono uccisi dei manifestanti. Tre anni dopo, il 20 maggio del 1889, Parigi ospitò il congresso della Seconda Internazionale per spingere simultaneamente tutti i Paesi a chiedere alle pubbliche autorità di ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. Quando si dovette decidere una data per istituire la giornata del lavoro, la scelta cadde sul 1° maggio per commemorare la strage di lavoratori avvenuta nel 1886 negli Stati Uniti.
In Italia
Nello stesso periodo l’Italia viveva la fase più acuta dei moti per il pane, culminati nei moti di Milano del 1898, quando ci fu la rivolta di una parte della popolazione della città contro il governo, che si svolse tra il 6 e il 9 maggio. Gli scontri avvennero a seguito di manifestazioni da parte di lavoratori che scesero in strada contro la polizia e i militari per protestare contro le condizioni di lavoro e l’aumento del prezzo del pane dei mesi precedenti.
Nel nostro Paese la Festa del 1° maggio fu introdotta nel 1891. Nel 1923, sotto il regime fascista, la giornata celebrativa fu abolita e, anzi, confluì nel Natale di Roma, 21 aprile, leggendaria data di fondazione della capitale, nel 753 a.C.
Solo dopo due anni dalla fine della II Guerra mondiale, nel 1947, la Festa del lavoro divenne ufficialmente festa nazionale.
Negli altri Paesi
Per quanto riguarda gli altri Stati, già agli inizi del ‘900 la festa superò gli originari confini francesi e iniziò ad essere rivendicata e celebrata in tutti i Paesi dove gli operai erano impegnati nelle lotte per il riconoscimento dei loro diritti.
Quindi, nonostante la reazione repressiva di molti governi, il 1° maggio ottenne un’altissima adesione.
Com’è la situazione oggi?
In questo primo maggio 2021, l’Italia e il mondo stanno vivendo una grave crisi economica, causata dalla pandemia da coronavirus, e i lavoratori sono tra le categorie che hanno subito il maggior contraccolpo di questa emergenza sanitaria.
Dall’inizio della diffusione del virus a marzo 2021, secondo i dati Istati, sono quasi 900mila le persone che hanno perso l’occupazione, di cui 254mila solo nel primo trimestre di quest’anno.
La situazione sembra però mostrare i primi, timidi, segnali di ripresa. l’Istat registra infatti una piccola risalita già a marzo, con il recupero di 34 mila occupati rispetto a febbraio e il tasso di disoccupazione che scende di 0,1 punti al 10,1%. Da questo inizio di risalita sono rimasti tagliati fuori donne e giovani, che continuano ad essere i più colpiti dalla crisi del lavoro.
La disoccupazione giovanile torna ai massimi da quasi tre anni, al 33%, mentre il tasso di occupazione femminile raggiunge il livello minimo dal 2016, il 47,5% (meno di due donne su tre).
L’inflazione registra ad aprile il quarto aumento consecutivo fino all’1,1%, nei dati provvisori. Questo rialzo è dovuto soprattutto ai rincari dell’energia, mentre arriva in soccorso delle famiglie un calo per gli alimenti freschi: i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, di conseguenza, si riducono dello 0,4% rispetto all’anno precedente.
Un commento positivo, durante questa festività, arriva dal Centro studi di Confindustria, che “intravede la risalita dalla crisi, con il PIL più vicino al rimbalzo grazie ai primi allentamenti delle restrizioni anti-Covid ad aprile”.