La situazione in cui versa il reparto di cardiologia dell’ospedale San Francesco di Nuoro “rischia di peggiorare ulteriormente senza interventi celeri”. L’allarme, lanciato da tempo da medici e pazienti, è oggetto di un’interrogazione presentata alla Regione dai consiglieri di LeU Daniele Cocco (primo firmatario), Eugenio Lai, e dal consigliere del Pd Roberto Deriu.
“La cardiologia dell’ospedale San Francesco di Nuoro si trova in particolare difficoltà a causa della mancata copertura del fabbisogno necessario di medici all’interno del reparto”, denunciano i consiglieri in un comunicato. I motivi? L’unità operativa è passata da un organico di cinque specialisti a due, con il trasferimento a Sassari del primario e di due emodinamisti: “Una situazione – spiegano Cocco, Deriu e Lai – che renderà inevitabile la riduzione dell’importantissima attività di emodinamica e di cardiologia con gravi ripercussioni per la salute dei cittadini e per quella dei medici, costretti a turnazioni e carichi di lavoro sempre più pressanti”.
Ma non è tutto. Risulta infatti imminente un ulteriore ridimensionamento della pianta organica del servizio di cardiologia del San Francesco con il trasferimento dei cardiologi (di cui uno della sala di elettrofisiologia) ammessi nella graduatoria del concorso per Dirigente medico cardiologo bandito dall’Aou di Sassari. “Risulta evidente una progressiva destrutturazione dell’importantissimo presidio ospedaliero nuorese da parte dei vertici del sistema sanitario regionale – aggiungono i consiglieri – nonostante le rassicurazioni e gli impegni presi dall’Assessore della Sanità a favore dei presidi ospedalieri dell’interno, oltreché l’incapacità dell’ATS di gestire l’operatività dei reparti, le assegnazioni e le richieste di personale medico presso il San Francesco, creando così disservizi e disagi ai cittadini e agli stessi operatori sanitari”.
“Per questi motivi – concludono Cocco, Deriu e Lai – è fondamentale che la Regione si preoccupi urgentemente di assumere medici di ruolo da destinare al reparto di cardiologia attraverso l’attivazione procedure di mobilità interna, l’utilizzo di graduatorie ancora vigenti oppure attraverso procedure selettive straordinarie, al fine di salvaguardare un reparto e una struttura ospedaliera che giocano un ruolo chiave per il territorio e tutto il sistema regionale”.