“Nella lunga stesura del piano, ciò che risalta agli occhi anche dei meno esperti è l’assenza di progettualità specifiche per la Sardegna“. Lo denunciano in una nota congiunta il segretario del Partito democratico, Emanuele Cani, insieme al Responsabile Politiche comunitarie e Recovery fund, Efisio De Muru.
“248 miliardi di euro a disposizione della società e dell’economia Italiana per rilanciarsi dopo gli effetti nefasti della pandemia, per ricucire le laceranti divisioni che percorrono la società Italiana sia geograficamente tra nord e sud, terraferma e isole, città metropolitane e piccoli centri, ma anche nel tessuto della società stessa tra donne e uomini, anziani e giovani”, si legge nella nota. “Al sud Italia verranno destinati 82 miliardi, le risorse sono ingenti ma al momento manca la proposta della Sardegna benché all’inizio del 2021 il presidente Solinas, con toni enfatici, aveva annunciato 206 progetti per un valore di oltre 7 miliardi di euro senza un minimo di concertazione con il Consiglio Regionale, gli enti locali, i sindacati, gli imprenditori e la cittadinanza attiva e associativa“.
Per Cani e De Muru, la Regione Sardegna avrebbe inviato al Governo “206 schede senza una logica, senza un filo conduttore, senza una reale aderenza alle Misure e alle Azioni previste dalle bozze del Pnrr, un coacervo insulso della più degradante progettualità avanzata nei cassetti degli enti e degli assessorati regionali“.
All’interno delle ‘schede’, sottolineano i due esponenti del Pd, “non esiste un accenno alla disoccupazione giovanile e femminile, non ci sono azioni di sistema sulla sanità territoriale, sulla scuola e sulla prima infanzia. Non c’è un riferimento, nell’anno in cui la Sardegna perde 13 mila abitanti, al tema dello spopolamento della nostra terra. Solinas ha segnato la sua assenza su tutti i tavoli che contano nella fase preparatoria del Recovery facendo scomparire la Sardegna dalle mappe sulle ferrovie: Cagliari-Oristano-Sassari; Nuoro-Macomer; Olbia-Chilivani. La Sardegna scompare dai radar dei nodi ferroviari per precise responsabilità di Solinas e del suo Assessore dei Trasporti”.
“Di quanto annunciato, della necessità di mettere insieme le grandi risorse della Sardegna per disegnare una strada per l’utilizzo dei fondi del recovery plan è rimasto ben poco, sebbene da più parti nell’ultimo anno in Sardegna si sia visto nei fondi del next generation Eu una grandissima opportunità per colmare i divari storici, dovuti all’insularità con il resto d’Italia” proseguono. “L’intento dichiarato era la creazione di una grande unità di progetto, una cabina di regia: è mancato il coinvolgimento dell’intera classe dirigente e la regia della giunta regionale. L’attivazione di quel percorso sarebbe stata utile a realizzare una proposta complessiva, in grado di mettere allo stesso tavolo la massima istituzione sarda, il sistema delle autonomie locali, le imprese, i lavoratori, il mondo del sapere e della formazione ed il terzo settore, attivando anche forme innovative di consultazione con i cittadini o dando concretezza a dei percorsi innovativi di partecipazione. La giunta regionale non è stata in grado di costruire un’interlocuzione con i governi Conte e Draghi al fine di portare avanti progetti strutturali per la Sardegna.
“Non è tempo di recriminazioni e vittimismo – concludono Emanuele Cani e Efisio De Muru – “la gran parte delle forze politiche che sostiene la giunta regionale a guida sardista/leghista ieri ha votato il PNRR insieme alle forze di centro sinistra e del movimento 5 stelle. Sostenendo l’azione del governo Draghi cade miseramente anche l’alibi di un governo centrale pregiudizialmente nemico degli interessi della Sardegna. È giunto il momento di accantonare la piccola politica inconcludente e pensare in grande per il futuro del popolo sardo, mettendo seriamente insieme le idee, le competenze, le passioni e le visioni migliori per consentire a tutti i sardi di uscire dalla pandemia più forti, superando anche i tanti divari presenti con il resto d’Italia”.