punta giglio

Le associazioni ambientaliste Grig, Lipu e Wwf, rappresentate rispettivamente da Stefano Deliperi, Francesco Guillot e Carmelo Spada, sono in attesa delle nuove ed ulteriori prescrizioni che verranno impartite, sulla base delle indicazioni dell’Ispra, dal Servizio Valutazioni Ambientali della regione Sardegna, per la tutela della avifauna nidificante sulle falesie di Punta Giglio in relazione ai lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’ex batteria militare. “Si ritiene che le ulteriori prescrizioni dovranno riguardare non solo i lavori di restauro, al momento sospesi, ma anche la compatibilità in un’area SIC e ZPS delle attività che potranno essere esercitate in futuro. In un’area SIC e ZPS la priorità, come indicato dalle direttive di tutela europee, spetta obbligatoriamente alle specie animali e tale obiettivo deve essere perseguito in maniera precisa, esaustiva e non eludibile – si legge nel comunicato. – I protagonisti di Punta Giglio, infatti, sono le specie animali che devono essere tutelate tutte ed in particolare quelle che sono inserite nell’allegato 1 della direttiva ‘Habitat’ e ‘Uccelli’ dell’UE come berte, falchi pellegrini etc“.

In particolare vogliamo ricordare l’importanza degli uccelli delle tempeste, del gabbiano corso, i voli in picchiata dei falchi pellegrini, delle berte (Calonectris diomedea), con il loro caratteristico canto notturno. Questi uccelli pelagici durante il periodo di nidificazione spiccano il volo ogni mattina dalle falesie di Punta Giglio per andare alla ricerca di cibo e nel loro viaggio instancabile possono percorrere centinaia di chilometri, toccando i 50 km orari di velocità. Per tutta la stagione calda la berta vive sulle più belle scogliere del Mediterraneo, come a Punta Giglio e a Capo Caccia, mentre in inverno vola sul mare senza quasi mai toccare terra, fino alla primavera successiva in cui tornerà a fare un nuovo nido, ricominciando il prezioso ciclo della vita. Per questo è fondamentale che le attività umane non interferiscano con il ciclo riproduttivo delle specie animali. Gli antichi Greci, sapienti navigatori e studiosi del mare, conoscevano molto bene le berte, loro compagne di viaggio, sapevano che esse durante la nidificazione passano la notte sulle scogliere e con il loro canto notturno simile al pianto dei neonati, affascinano ancora oggi chi assiste a questo spettacolo sonoro notturno. La sopravvivenza delle berte, come quella di altri animali a rischio di estinzione, è legata strettamente alle leggi europee che proteggono le specie e gli ambienti in cui esse vivono“, prosegue la nota.

Grazie alle Direttive europee ‘Habitat’ e ‘Uccelli’ è possibile tutelare le aree di alimentazione più importanti per la berta maggiore e per altri uccelli marini e non solo. In tal senso le associazioni ambientaliste Grig, Lipu e Wwf sono impegnate, anche a Punta Giglio, per “la massima tutela di queste specie animali importantissime per la biodiversità, ed è con tale obiettivo che hanno presentato una nuova richiesta di informazioni ambientali al parco regionale di Porto Conte per acquisire la documentazione sul progetto per la produzione di energia dal moto ondoso e dei lavori che dovranno essere realizzati per la messa in sicurezza della falesia di Punta Giglio“.

Porto Conte, assessori Lampis e Sanna ai vertici del parco: “Affronteremo le questioni aperte per trovare una soluzione”

Si è svolto questa mattina, in videoconferenza, un incontro tra gli assessori regionali della Difesa dell’ambiente e degli Enti locali, Gianni Lampis e Quirico Sanna, e Adriano Grossi e Mariano Mariani, rispettivamente rappresentante del Consiglio direttivo e direttore del Parco naturale regionale di Porto Conte, per affrontare i problemi riguardanti Punta Giglio, il Faro di Capo Caccia e per risolvere le criticità riguardanti il Piano di contenimento della fauna selvatica.

Sulla questione di ‘Punta Giglio’ – ha evidenziato l’assessore Lampis – gli uffici regionali, anche a seguito del sopralluogo congiunto effettuato lo scorso 20 aprile, stanno svolgendo, in stretto raccordo con il Corpo forestale e coi tecnici del Parco, alcuni approfondimenti per quanto riguarda il rispetto delle prescrizioni autorizzative. Naturalmente, è mia intenzione affrontare e risolvere, in breve tempo, le questioni ancora aperte che riguardano il trasferimento delle competenza alle aree protette in materia di gestione dei Siti di importanza comunitaria (Sic), come le Zone speciali di conservazione (Zsc), e delle Zone di protezione speciale (Zps), nonché delle competenze amministrative sullo svolgimento della procedura della valutazione d’incidenza (Vinca) e su questi temi presto proporrò una delibera alla Giunta regionale“.

È necessario – ha aggiunto l’assessore Sanna – definire e attuare un accordo quadro con il coinvolgimento delle agenzie regionali Forestas e Laore per un progetto integrato di valorizzazione, così da incentivare la fruizione naturalistica e turistica del patrimonio immobiliare della Regione all’interno del territorio del Parco (fabbricati dismessi e terreni di valenza storica legati alla bonifica della Nurra) e della sentieristica naturalistica in capo a Forestas. Inoltre, col Comune di Alghero sono in corso di definizione alcune importanti questioni aperte: il passaggio al patrimonio pubblico delle proprietà private (oltre 300 ettari) all’interno del compendio di Punta Giglio; il perfezionamento del trasferimento al patrimonio regionale dei beni storico-artistici di proprietà dello Stato, come l’ex Batteria ‘S.R. 413’ Punta Giglio, che sarà propedeutico al passaggio al Comune e da questo al Parco. Con la stessa procedura potrà essere affrontata, coi competenti Ministeri anche la questione del passaggio alla Regione ed al Comune del Faro di Capo Caccia“.

Nei prossimi giorni, l’Assessorato della Difesa dell’ambiente convocherà un incontro, alla presenza del Corpo forestale, del Comune di Alghero e della Provincia di Sassari, per discutere le criticità che stanno rallentando l’attuazione dei piani di contenimento della fauna selvatica.