Girotondi, trenini, balli e canti, il tutto senza mascherina e senza alcun distanziamento.

Ieri in piazza Yenne a Cagliari è andata in scena una manifestazione di negazionisti del Covid-19, radunatisi per protestare contro le restrizioni per l’emergenza sanitaria.

“Tutti hanno il diritto di manifestare le proprie opinioni e di riunirsi pacificamente in un luogo pubblico, lo garantisce la nostra Costituzione – sottolinea Francesca Mulas, consigliera comunale dei Progressisti – E però oggi, in piena emergenza sanitaria e con una pandemia mondiale che non accenna a dare tregua, vedere decine di persone assembrate in totale spregio delle norme anticontagio e senza attenersi all’indicazione di ‘forma statica’, consentita dall’ultimo Dpcm del 21 marzo scorso per le manifestazioni, fa tanta rabbia. Fa rabbia perché la Sardegna è classificata come zona rossa, con cittadini liberi di uscire solo per lavoro e attività necessarie o per attività motoria vicino a casa, con tantissime attività chiuse o limitate (pensiamo alla ristorazione, al commercio, alle attività ricettive, turistiche e culturali, ai servizi alla persona e per gli animali, giusto per citarne alcune). E dunque perché un centinaio di persone ha potuto cantare, ballare, tenersi per mano per tutta la giornata, dalle 11 fino alle 19, in una piazza centralissima, senza mascherine e senza distanziamento? Il sindaco, che pure è responsabile della salute e sicurezza dei cittadini, era a conoscenza di questo fatto? Perché ai manifestanti è stato permesso di sostare e muoversi nella piazza senza osservare le norme anticontagio? Queste persone sono state identificate e saranno sanzionate?”

Queste le domande messe per iscritto in un’interrogazione urgente inviata a sindaco e giunta appena inviata alla presidenza del Consiglio comunale, prima firmataria Francesca Mulas, sottoscritta dai consiglieri e consigliere del centrosinistra Giulia Andreozzi, Francesca Ghirra, Fabrizio Marcello, Camilla Soru, Marco Benucci, Rita Polo e Matteo Lecis Cocco-Ortu.

“Siamo tutti stanchi di sacrifici e divieti, ma siamo anche stanchi di irresponsabili che mettono a rischio la salute di tutti e tutte”.