La campagna vaccinale anti Covid pare non aver ancora ingranato in Sardegna. Dopo carenze nelle forniture, mancanza di personale e sospensione dell’utilizzo di alcuni vaccini, arriva l’ultimo (in ordine di tempo) disguido amministrativo: i malati di diabete non sono considerati persone “con elevata fragilità” e, di conseguenza, non godono di nessuna priorità vaccinale.
Il 9 aprile è stata pubblicata dal generale Figliuolo, Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, l’ordinanza n.6/2021, contenente nuove disposizioni relative all’organizzazione delle immunizzazioni.
L’ordine da seguire per la somministrazione dei vaccini, previsto nel documento e in linea con il Piano nazionale del Ministero della Salute approvato con decreto del 12 marzo 2021, è il seguente:
- persone di età superiore agli 80 anni;
- persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle citate Raccomandazioni ad interim, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari;
- persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente vaccini Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca) come da recente indicazione dell’AIFA.
Il Piano del Ministero della Salute addirittura amplia l’elenco degli aventi diritto alle inoculazioni prioritariamente, a prescindere dall’età e dalle condizioni patologiche, comprendendo anche il personale docente e non docente, scolastico e universitario, le Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, i servizi penitenziari e di altre comunità residenziali.
La Regione Sardegna ha successivamente recepito le nuove disposizioni, pubblicando sul portale di Sardegna Salute una ‘graduatoria’ molto simile, almeno all’apparenza, a quella emanata dagli Organi nazionali, con, in allegato, un elenco di soggetti rientranti nella ‘Categoria 1 – Elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili; disabilità grave)’, “come definita dalle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 del 10 marzo 2021, elaborate dal Ministero della Salute in collaborazione con la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID, AIFA, ISS e AGENAS, sono individuati a livello regionale dal documento elaborato dalla Direzione Generale della Sanità“, si legge nella comunicazione.
E qui il problema: nel file contenente l’elenco dei pazienti estremamente vulnerabili, mancano i diabetici
presenti invece in quello nazionale
Da escludere l’interpretazione della dicitura “Raccomandazioni ad interim” come ‘non vincolanti’, perché sulla questione si era espresso chiaramente, durante il Question Time di mercoledì 24 marzo alla Camera dei deputati, il ministro della Salute Roberto Speranza, secondo cui “nell’ultima versione del documento, approvata in Conferenza Stato-regioni l’11 marzo, questo punto è stato esplicitato attraverso una connessione diretta all’articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992. È chiaro che queste norme, così come sono oggi disposte, hanno un potere vincolante erga omnes, quindi per tutte le realtà regionali e territoriali“.
Che si tratti di una mera dimenticanza, o piuttosto di una colpevole omissione, ci troviamo comunque davanti a un fatto rilevante, perché chi soffre di diabete è considerato tra i pazienti più a rischio in caso di infezione da Covid-19, e a dirlo è la scienza: secondo lo studio osservazionale francese Coronado pubblicato su Diabetologia, infatti, su una coorte di pazienti diabetici ospedalizzati dopo aver contratto il SARS-CoV-2, ben 1 su 5 va incontro al decesso durante le prime 4 settimane di ricovero. Ed è proprio la Società italiana di diabetologia (Sid) insieme all’Associazione medici diabetologi e alla Società italiana di endocrinologia ad aver lanciato l’invito a dare la priorità per le vaccinazione alle persone malate di diabete.
C’è anche un altro dato da tenere in considerazione, relativo sempre a questa lacuna del piano vaccinale nostrano: la Sardegna è la Regione che da sempre detiene il primato italiano d’incidenza del diabete e si colloca anche ai vertici della classifica mondiale, seconda solo alla Finlandia.
C’è qualcosa che proprio non va nella campagna vaccinale, in Italia come nell’Isola, e a raccontare le difficoltà e le paure che quotidianamente vivono membri tra i più fragili della società è una donna, un’insegnante, diabetica: “Non sappiamo più cosa fare. Ovunque cerchiamo, troviamo informazioni diverse su come poter accedere alle vaccinazioni. Io ho provato a chiamare tutti i numeri dedicati, ho mandato e-mail, ma non ho ricevuto alcuna risposta.
Abbiamo paura, ho paura. Molti decessi riguardano pazienti diabetici. Io inoltre insegno, sono a contatto con bambini tutti i giorni per ore e loro la mascherina non la devono portare. Hanno deciso di riaprire tutte le scuole, ma si sono dimenticati del personale scolastico? Non ho forse, anch’io, un diritto alla mia salute?
Per il rinnovo della patente sono considerata malata, ma per il vaccino, farmaco salvavita per noi, improvvisamente divento sana? Sono forse guarita?
Chiediamo soltanto risposte su tempistiche e modalità, nulla più“.