L’assessore al Turismo della Sardegna, Gianni Chessa, fa marcia indietro rispetto alle parole utilizzate sui dipendenti pubblici in smart working: “producono una percentuale di lavoro irrisoria” e scrive in una nota rivolta alle organizzazioni sindacali: “Esprimo profondo rammarico e nutro il massimo rispetto per i dipendenti della Regione e, specificamente, per quelli del mio assessorato, e sono consapevole dei sacrifici e disagi ai quali si sono sottoposti soprattutto nel corso dell’ultimo anno”.

Chessa prosegue: “erano il frutto non di un mancato riconoscimento del lavoro svolto, ma della frustrazione nel continuare a vedere che, a causa della pandemia, gli uffici sono costretti a lavorare sempre in un regime di emergenza, ciò che comporta necessariamente  un rallentamento della macchina amministrativa e, quindi, l’impossibilità di raggiungere tutti i risultati che come Giunta e come assessorato avevamo programmato”.

In conclusione l’Assessore dice: “mi rendo conto che le mie parole sono risultate fuori luogo. Chi mi conosce sa che è nel mio carattere utilizzare spesso espressioni simboliche e colorite, per enfatizzare i miei discorsi. In questo caso, lo riconosco, è venuto fuori un pensiero che non mi appartiene e pertanto ribadisco a tutti le mie scuse”.

Assessore Turismo in Sardegna, troppi furbetti in smart working: scoppia la polemica