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Un operaio 64enne di Villacidro (Su), volendosi disfare di una stufa a pellet l’ha messa in vendita per 400 euro su “subito.it” ed ha immediatamente trovato un acquirente telematico che non ha fatto tante storie sul prezzo, sulle modalità e i costi di spedizione, e si era detto disposto a pagare tutto subito e sull’unghia. Lo sconosciuto acquirente ha quindi invitato il 64enne villacidrese ada andare all’ufficio postale e lo avrebbe remunerato. L’uomo si è quindi recato al vicino ufficio postale dove, atteso il suo turno, ha chiamato l’acquirente, si è fatto dettare le istruzioni per ricevere il bonifico sul suo conto, digitandole fedelmente sulla tastiera del’Atm.

Per qualche incomprensibile disfunzione telematica, prevista ad arte dal truffatore, per due volte il display dell’impianto ha certificato che l’operazione non è riuscita. Al terzo tentativo il pagamento appariva però essere andato in porto. Il 63enne ha salutato l’anonimo compratore, ed è rientrato a casa, forse soddisfatto, a preparare la spedizione della stufa. Il giorno dopo però l’improvvido villacidrese si è reso conto conto di essere stato lui a pagare i 400 euro della transazione commerciale, e non una volta bensì tre con l’esborso di ben 1200. Avvilito è andato in Caserma a denunciare l’accaduto.

I militari del paese hanno quindi ricostruito i movimenti del denaro, verificato che i bonifici sono andati a finire sul conto di una 39enne bresciana, non nuova a simili imprese. Hanno poi identificato l’intestatario dell’utenza telefonica utilizzata per il raggiro, un 35enne bengalese di Verona che probabilmente è solo l’intestatario fittizio di una caterva di schede telefoniche. Avranno entrambi un processo a Cagliari.