Scontri in Consiglio regionale in relazione alla questione del ‘pranzo a Sardara’, la seduta in Aula è stata sospesa dal presidente Michele Pais: nell’ordine del giorno di oggi era prevista la discussione della legge sugli staff della Giunta.
Il dibattito è nato dalla richiesta, pervenuta dagli esponenti dell’opposizione, che il presidente della Regione Christian Solinas, in quel momento assente, riferisse in Aula. Successivamente al via dell’esame degli articoli del ddl 107, i consiglieri della minoranza hanno occupato i banchi.
Ecco, nel dettaglio, cos’è successo:
La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha sospeso i lavori riconvocando l’Assemblea per le 10.20.
Alla ripresa, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Piero Comandini ha ribadito la richiesta delle opposizioni di ascoltare il presidente della Regione, non per affrontare in modo improprio aspetti giudiziari o amministrativi della vicenda, ma per l’obbligo morale ed etico posto in capo anche al presidente che riguarda quanti hanno ricevuto importanti incarichi nell’amministrazione regionale.
Il presidente, riprendendo il suo intervento di ieri (fra frequenti interruzioni dell’opposizione), ha confermato la necessità di riprendere i lavori del Consiglio in base al regolamento.
Sempre sull’ordine dei lavori il consigliere Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo) ha ricordato che rispetto alla vicenda mancano ancora molti nomi e soprattutto quelli degli organizzatori, per cui non ci sono gli elementi necessari e non si può intervenire su altri soggetti preposti alle indagini; comunque la situazione va chiarita ed il presidente del Consiglio deve ristabilire la regolarità della seduta.
Il presidente ha riposto che dare la parola ai consiglieri non significa consentire l’introduzione surrettizia di temi estranei all’ordine del giorno.
Desirè Manca, del M5S, ha ribadito che la richiesta della minoranza rivendica il diritto di consiglieri ad avere spiegazioni dal presidente, che per l’ennesima volta non si presenta in Aula.
Il presidente ha interrotto l’intervento, ritenendolo la riproposizione degli argomenti già trattati ieri.
Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla necessità di fugare dubbi sulle istituzioni a tutela delle stesse, perché la vicenda appare collegata ai contenuti del Dl n.107 che di fatto moltiplica i posti di governo assegnati dal presidente della Regione: questo è il vero problema.
Il capogruppo sardista Franco Mula, premettendo di non voler fare polemiche, ha invitato la presidenza a far rispettare il regolamento. I fatti di ieri non mi appassionano, ha concluso, e non accetto forzature quando le leggi in discussione non piacciono: noi siamo pronti a lavorare.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha sostenuto che l’opposizione ha chiesto solo al presidente di dichiarare in Aula la sua posizione, prendendo anche l’impegno di non intervenire successivamente: nient’altro.
Il Consiglio, fra ulteriori forti interruzioni, ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli articoli e gli emendamenti del Dl n.107 sulla riorganizzazione della presidenza della Regione, ed il presidente ha invitato il relatore Stefano Tunis (Misto) ad illustrare il parere sugli emendamenti dell’art.1.
Tunis (fra ulteriori forti interruzioni censurate dal presidente Pais secondo il quale “bloccando i lavori di una assemblea democratica si sta dando un pessimo esempio”) ha cominciato il suo intervento ma poco dopo il presidente ha nuovamente sospeso la seduta.
Alla ripresa, il presidente ha invitato i consiglieri a recuperare il senso delle istituzioni.
Il consigliere Tunis ha ripreso la valutazione degli emendamenti all’art.1. Su tutte le proposte il parere è stato negativo tranne per alcune la cui valutazione è stata rimessa all’Aula, mentre altre sono state ricollocate, per la materia trattata, in articoli successivi.
La Giunta ha espresso parere conforme.
Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il consigliere di Leu Eugenio Lai ha proposto una sospensione della seduta, per poter tenere una riunione dei capigruppo per provare a ricomporre, ha detto, una “situazione normale”.
La richiesta è stata accolta.
Alla ripresa, il presidente ha comunicato che in base alla decisioni della riunione dei capigruppo interverrà a nome della Giunta il vice presidente Alessandra Zedda.
Nel suo intervento la Zedda, dopo aver ringraziato i capigruppo per aver ristabilito un clima sereno, ha affermato che l’opposizione ha il diritto di esercitare il suo ruolo così come la maggioranza ha il diritto – dovere di far approvare le leggi. Tuttavia, ha aggiunto, ciò che è successo a Sardara non riguarda questi due aspetti istituzionali. Il presidente della Regione, ha assicurato, non deve e non può riferire niente al Consiglio in questa fase, perché ci sono indagini in corso; al termine si faranno le necessarie valutazioni, ma oggi bisogna proseguire i lavori dell’Assemblea, nel rispetto dei ruoli e del confronto di merito che deve avvenire sul contenuto delle leggi.
Il presidente ha comunicato che ogni gruppo avrà a disposizione due minuti.
Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, non si è detto convinto dall’intervento del vice presidente, perché la politica deve attendere l’esito delle indagini quando ci sono vicende da approfondire ma qui il tema è un altro e riguarda sono funzionari pubblici che hanno violato le regole. Il presidente, ha poi ricordato, ha dichiarato che avrebbe preso provvedimenti e comunque da subito può convocare in modo riservato il comandante del Corpo forestale (ed altri) e metterlo davanti alle sue responsabilità, “prima” della revoca: prima la politica si dimostra in grado di precedere l’autorità giudiziaria e meglio è.
Il consigliere di Leu Eugenio Lai, nel prendere atto delle dichiarazioni e degli impegni assunti, ha lamentato che il presidente ha successivamente smentito la richiesta di dimissioni delle persone coinvolte, eludendo la vera domanda che si fanno i sardi: cosa ci facessero tutte quelle persone in quel posto e cosa dovessero decidere o festeggiare che cosa. Queste risposte, ha concluso, le deve dare la politica soprattutto in questo momento di grande difficoltà, e non è pensabile attendere l’esito delle indagini; il presidente dovrebbe subito convocare la Giunta e chiedere a tutti gli assessori quali dirigenti di riferimento hanno partecipato a quell’incontro.
Anche il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha espresso l’insoddisfazione del suo gruppo, perché l’impegno è generico e non finalizzato ad applicare le dovute sanzioni, a parte la poca trasparenza. Servono, secondo Solinas, atti di responsabilità politica che possono essere assunti prima dell’autorità giudiziaria, fermo restando che chi c’era può autonomamente può assumersi le proprie responsabilità. A parte la violazione delle regole, ha detto infine, preoccupano le ragioni di quella riunione.
Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, ha preso atto delle dichiarazioni della Giunta ma, nel frattempo, ha auspicato l’avvio di indagini amministrative finalizzate a stabilire se la presenza di dirigenti pubblici sia avvenuta in orari di lavoro o di comando.
Il presidente, dopo aver ricordato che nella vicenda in questione la politica è “parte lesa” ed è giusto ribadirlo, ha invitato il relatore Tunis a ripetere il parere sugli emendamenti.
Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha messo in luce che il collega Ganau ha riportato la discussione sui binari appropriati, perché non sappiamo cosa è successo e se ci siano fatti di rilevanza penale. Ci muoviamo dentro un quadro di regole che dobbiamo rispettare, ha proseguito Cossa, e poi ci sono ragioni di opportunità che vanno ugualmente considerate: sono convinto che il presidente della Regione interverrà nel modo più appropriato ed anche con la dovuta severità.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha valutato molto positivamente il clima costruttivo che è stato ristabilito in Consiglio ma, ha avvertito, i veleni non servono a nessuno e soprattutto è sbagliato tirare in ballo persone che non c’entrano e familiari di qualcuno; noi non solo respingiamo queste polemiche di basso profilo ma diciamo anche che reagiremo con fermezza a questi metodi.
Il relatore Stefano Tunis ha riproposto il parere sugli emendamenti.
La consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti) ha fatto presente, in apertura del suo intervento, il collegamento tra la discussione del Dl 107 e “i fatti particolarmente impegnativi di questi ultimi giorni e di queste ultime ore”. «Discutiamo un testo fuori tempo in un periodo difficile – ha dichiarato l’esponente della minoranza – ed è impensabile sostenerlo anche alla luce di quanto accaduto in questi giorni». A giudizio dell’onorevole Orrù sarebbe opportuno attendersi dai dirigenti regionali, nell’ottica delle responsabilità che a loro competono sugli atti e sulla valutazione dei risultati amministrativi, una puntuale relazione sulla loro partecipazione a discutibili riunioni («così dovrebbe fare il comandante del Corpo Forestale dopo l’ammissione della sua presenza a Sardara»). La consigliera ha quindi introdotto il tema della campagna vaccinale, invitato l’esecutivo “ad approfittare delle chiusure della zona rossa per incrementare le inoculazioni” ed ha così concluso: «Questa legge è un pugno in faccia ai sardi che fanno i sacrifici per fronteggiare la pandemia»
Alessandro Solinas (M5S) ha definito il Dl 107 “una legge inopportuna” ed ha ricordato come “la proposta avanzata dall’esecutivo si stata contrastata fin da subito da tutte le forze della minoranza”. «È una somma di disvalori – ha tuonato l’esponente dell’opposizione – che non porterà alcun beneficio all’efficienza della macchina amministrativa ma introdurrà nuovi intermediari e incrementerà le persone non adeguate a ricoprire il ruolo che gli sarà assegnato». «Il conto economico di questa legge è un dato fumoso – ha aggiunto Solinas – da 6 milioni a 2 milioni ma gli emendamenti della maggioranza prevedono ulteriori aumenti di spesa, mentre ciò che serve sono i concorsi e non le nomine fiduciarie». «Non vogliamo essere associati a questo scempio dove mancano trasparenza e meritocrazia – ha concluso l’esponente 5 Stelle – e prendiamo le distanze dalla vostra azione politica medioevale che allontana ancor di più i cittadini dalla Regione».
Rossella Pinna (Pd) ha puntato il dito contro le assenze tra i banchi della maggioranza («al momento il numero legale è garantito dalla minoranza e i consiglieri del centrodestra presenti sono appena 14») ed ha criticato l’opportunità della discussione del Dl 107». «Mentre i vecchi sono in fila nei centri vaccinali e le ambulanze sono in coda al pronto soccorso – ha affermato la consigliera della minoranza – con la Sardegna in crisi e le aziende senza i ristori, dopo l’imbarazzante meeting di Sardara, riunite il Consiglio per discutere dello spudorato super staff della presidenza della Regione». A giudizio dell’onorevole Pinna le priorità dei sardi sono la risoluzione dei problemi “veri” che li affliggono e che riguardano l’emergenza Covid, la sanità e l’economia.
«La maggioranza è scollegata dai bisogni dei sardi – ha incalzato Gianfranco Satta (Progressisti) – ed è profondamente sbagliato procedere con la discussione di una norma che ha come finalità il rilancio delle attività di impulso politico per garantire maggiore efficienza al sistema amministrativo ma che finirà per rilanciare solo la spesa con sei milioni di euro pubblici». L’esponente della minoranza ha elencato quindi alcuni passaggi della norma che comporterebbero ulteriori incrementi di costo («non è fissato alcun limite, ad esempio, nella composizione dell’ufficio dell’istituendo segretario generale») ed ha lamentato la poca attenzione prestata per le riforme, come ad esempio la legge Bassanini, che con la modifica del titolo V° della Costituzione, ha restituito dignità a tutti gli enti territoriali, ad incominciare dai Comuni. «Nel Dl 107 – ha concluso Gianfranco Satta – si prevede un accentramento dei poteri in capo al presidente con il commissariamento degli assessori ed è anche per questo che il primo no al provvedimento dovrebbe arrivare dai banchi della Giunta». Dopo uno scambio polemico tra il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, e il relatore di maggioranza, Stefano Tunis (Misto) sulla poca partecipazione ai lavori da parte dei consiglieri del centrodestra, il consigliere del Pd, Piero Comandini, ha ripreso con le critiche al Dl 107 e soprattutto alla poca opportunità di procedere con la discussione in Aula “mentre la zona rossa aumenta le difficoltà delle famiglie e delle imprese in Sardegna”. L’esponente del centrosinistra ha parlato di emergenza sanitaria ed economica, contrapponendola alla scelta della maggioranza di attribuire priorità all’approvazione di una norma che tratta di staff e uffici di gabinetto. «Alla Regione manca la legge finanziaria – ha proseguito Comandini – le imprese non hanno i ristori, le crisi industriali sono sempre più preoccupanti e profonde – eppure voi ci parlate di una legge che si propone di aumentare i posti negli uffici di gabinetto con sei milioni di euro da prendere dalle casse pubbliche». «Utilizziamo questi soldi per aprire punti vaccinali nelle zone più interne della Sardegna – ha provocato l’esponente Pd – e rimarco la distanza abissale che ci separa sul piano politico, dell’etica e della morale».
«Provo tristezza nel parlare di poltrone e nomine in un momento di profonda crisi sanitaria ed economica – ha attaccato Desirè Manca (M5S) e la Sardegna non ha mai vissuto un periodo così tragico». La consigliera della minoranza ha dunque ricordato le dichiarazioni dell’assessora del Personale, Valeria Satta (abbiamo scritto il Dl 107 prima che ci fosse la pandemia da Covid) per rilanciare le critiche all’esecutivo: «Avete il coraggio di presentare un testo per gli staff e le nomine fiduciarie in Regione, mentre in Italia chiudono 390mila imprese, solo in Sardegna hanno chiuso il 46% delle imprese e dove ci sono 26mila aziende artigiane chiuse solo nel 2020 e davanti ad impoverimento sociale e economico mai visto». «Non ci presentate un provvedimento per i sostegni alle famiglie e alle imprese – ha insistito la penta stellata – ma un disegno di legge che si propone di spendere 6 milioni di euro per sostenere i vostri amici, le vostre nomine e dare più potere al presidente della Regione». «I sardi – ha concluso Desirè Manca – non vi chiedono nuove poltrone ma di poter fare il vaccino contro il Covid e aiuti economici per poter sopravvivere a questa drammatica crisi».
Dopo l’on. Desirè Manca ha preso la parola l’on. Antonio Piu (Progressisti): “Non è più tempo di fare queste cose, quelle contenute nel disegno di legge che state presentando, perché va contro ogni disegno etico e morale. C’è altro da fare in quest’Aula e invece voi vi staccate dall’apparato della Regione e tracciate un solco con i cittadini. Se non riuscite a gestire una vaccinazione figuratevi quanto sarete in grado disperdere le grandi risorse in arrivo”.
Per l’on. Corrias (Pd) “sono ben altre le priorità nella riorganizzazione degli uffici e di fatto le vostre proposte altisonanti hanno finalità discutibili, non chiare. E in più c’è il problema della copertura della spesa. Voi oggi rappresentate un’espressione di ingiustizia per i sardi”.
Dai banchi dei Progressisti l’on. Maria Laura Caddeo: “In che modo la maggioranza può convincere i cittadini sardi dell’urgenza di questa legge, anche al di fuori della pandemia? Non riesco a capire come possiate pensare che i sardi credano a questa urgenza e a spendere sei milioni di euro per questo vostro disegno di potere. Se anche l’apparato amministrativo avesse bisogno di migliorare il suo personale avrebbe dovuto investire sulla sua formazione. Non aggiungendo vasi a un giardino con erbacce. Ma qui sono state usate parole pericolose, avete parlato di lavoratori che remano contro. E non va bene”.
Per il Pd l’on. Giuseppe Meloni ha esordito così: “Mi aspettavo, visto che siamo in zona rossa, un provvedimento che andasse incontro ai cittadini sardi e soprattutto le imprese sarde più in difficoltà. Invece di cosa vi volete occupare? Dello staff del presidente della Regione. Bene, noi siamo del tutto convinti che questo disegno di legge a nulla servirà per migliorare il funzionamento della Regione”.
A seguire l’on. Massimo Zedda (Progressisti): “Discutiamo dell’articolo 1 e degli emendamenti e il primo impulso politico dovrebbe essere l’accertamento della copertura delle spese di bilancio. E io qualche dubbio ce l’ho visto che usate spesso risorse di parte corrente e l’anno scorso al bilancio mancavano 450 milioni di euro. E’ bene che i sardi lo sappiano. Ed è bene che ci ricordiamo che l’assessore al Personale della Regione ha definito il personale della Regione come un insieme che ogni giorno si sveglia con lo scopo di creare problemi. Ci dicono dirigenti e dipendenti della Regione che è sistematico il cambio di priorità perché tutti si accreditano per dare priorità, le une diverse dalle altre, in una confusione di ruoli che determina lo stallo della macchina amministrativa”.
L’on. Diego Loi (Progressisti) ha detto che “questo non può essere il cuore del provvedimento, come invece lo rappresentate. Spero facciate un passo indietro per riproporre il ragionamento nel quadro di una riforma giusta e opportuna” mentre per l’on. Michele Ciusa (Cinque stelle) “questa proposta di legge non va a migliorare la vita dei cittadini e solo per questo è un atto sbagliato. Sarà una legge che ingesserà la macchina amministrativa: non c’è una sola parte di questa legge che sia accettabile”.
Sempre per l’opposizione l’on. Eugenio Lai (LeU) “la Giunta e la Regione sono già dotate di consulenti e posizioni fiduciarie. Il problema non è nominare altri consulenti ma nominare persone competenti nel sottogoverno. Se vi servono dirigenti andate a pescare dalle graduatorie, sono piene di giovani sardi che non vogliono emigrare.
Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau che ha espresso, a nome del suo gruppo, un giudizio negativo sulla legge: «Questo provvedimento crea una sovrastruttura totalmente in mano al presidente della Regione. C’è una lesione della autonomia gestionale della dirigenza, la politica pretende di governare il settore amministrativo». Ganau ha contestato anche la versione della maggioranza sui costi del Dl 107: «Ci si giustifica dicendo che saranno inferiori ai sei milioni di euro, si dice che in realtà si spostano figure interne all’amministrazione. Lo si spieghi meglio. Anche in questo caso si creerebbero vuoti negli organici. La strada per rendere più efficiente il sistema Regione è quella del reintegro del personale attraverso concorsi pubblici. Con questa legge gli assessori perderanno la loro autonomia, andrà tutto in capo alla Giunta regionale. E’ un sistema sbagliato e controproducente, non può funzionare». Il capogruppo del Pd ha poi definito inopportuna la legge: «In un momento di crisi sanitaria ed economica sarebbe stato meglio pensare a come affrontare le emergenze, a come organizzare la campagna vaccinale e indirizzare meglio le risorse per i ristori, si è preferito invece discutere una legge che si occupa di moltiplicazione delle poltrone».
Stesso giudizio da parte del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «E’ inopportuno discutere questo provvedimento, che fine ha fatto la legge sui ristori che stanzia 130 milioni di euro aggiuntivi al bando Resisto. Abbiamo fatto gli straordinari per approvare quella legge lo scorso luglio, ancora agli esercenti non è arrivato un euro dei soldi promessi. Oggi si utilizza quel bisogno come arma contro l’opposizione per nascondere i fatti di Sardara».
Agus ha poi contestato il contenuto dell’articolo 1: «Si parla di impulso politico. Dov’è questo impulso? Avete mandato la politica in tribuna. Avete fatto lo stesso per i fatti di Sardara. Oggi apprendiamo che il presidente Solinas non prenderà provvedimenti, si dice che attenderà l’esito delle indagini. E’ una sconfitta per quest’aula. Erano evidenti le illegittimità di alcune azioni, da tempo chiedevamo un cambio di rotta». L’esponente della minoranza ha poi invitato la maggioranza a un intervento anche sul fronte dell’emergenza Covid: «Anche la verifica dei dati trasmessi dalla Regione al Ministero è responsabilità della politica, si sostiene che in Sardegna ci sono 208 posti di terapia intensiva, non ci vuole un’indagine per capire che quei dati non sono veri».
Chiusi gli interventi dei capigruppo, il presidente Pais ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle 16.30.