“Uno Stato che non si costituisce parte civile per la strage di Viareggio, che non si costituisce parte civile per il disastro di Quirra, trova invece opportuno costituirsi parte civile contro 45 giovani colpevoli solo di opporsi alla presenza delle basi militari in Sardegna”. Lo scrivono le ‘madri controrepressione‘, il gruppo di mamme i cui figli sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di associazione a delinquere con finalità terroristiche.
“Quei quarantacinque giovani, individuati proprio perché giovani e pensanti, non devono avere futuro, deve essere impedito loro di avere progetti e sogni” denunciano. “Alla Pubblica Accusa di questo processo, allo Stato Parte Civile gridiamo, giù le mani dalle nostre figlie e dai nostri figli”.
“Ci ritroveremo davanti al tribunale, ogni volta che le nostre forze e i nostri impegni di studiose, di lavoratrici, di responsabili della cura della nostra famiglia, dei nostri vecchi e dei nostri malati che questo stato abbandona, ce lo consentiranno – prosegue la nota – per chiedere la fine di questa violenta repressione che tenta di annichilire gli ideali, i sogni e i progetti delle generazioni future”.
Il nuovo appuntamento è previsto per giovedi 15 aprile, dalle ore 10.00 fino alle ore 12.00 davanti al Tribunale di Cagliari.