«Scelte inaccettabili prese senza alcun coinvolgimento delle comunità locali. Purtroppo conosco bene i danni che possono derivare da un approccio del genere perché vengo da una regione, come la Sardegna, che ha pagato, in nome dell’industrializzazione e di scelte calate dall’alto, costi altissimi sotto il profilo ambientale e della salute. Per questo motivo è necessario cambiare rotta, ripartendo proprio dalle realtà locali, per riesaminare i criteri che hanno portato alla definizione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito unico dei rifiuti nucleari». È quanto ha dichiarato il deputato Andrea Vallascas (L’Alternativa c’è) nel corso della discussione alla Camera sulle mozioni (tra cui una dell’Alternativa c’è) in merito alle procedure da seguire dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi.
«Il nostro obiettivo – spiega Vallascas – è quello di imprimere una radicale inversione di rotta a un procedimento caratterizzato da gravissimi errori a causa di un’attività di comunicazione fallace e del mancato coinvolgimento dei territori».
«Tra ritardi, molti silenzi e mezze verità – prosegue -, attorno al deposito nazionale, lo Stato ha avuto un comportamento imperdonabile che ha contribuito ad alimentare un giustificato clima di allarme e preoccupazione».
«Non è accettabile – aggiunge – che su territori come la Sardegna possa abbattersi una nuova scure. L’Isola ha dovuto sopportare costi intollerabili a causa dei livelli di inquinamento raggiunti e per la distruzione di porzioni del territorio regionale, ormai quasi irrecuperabili».
«Adesso – conclude – si apre una nuova fase del procedimento. Dobbiamo dare voce a sindaci e cittadini. L’obiettivo è verificare i criteri seguiti e rivedere alcune scelte fatte. Una di queste è quella di aver vergognosamente inserito nella proposta di carta un’area insulare, con Sardegna e Sicilia, quando è da sciagurati anche solo ipotizzare un trasporto via mare dei rifiuti radioattivi».