la-causa-della-disoccupazione-non-sono-i-disoccupati

Una crisi non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica. Gli effetti della pandemia si fanno sentire in tanti settori della quotidianità, a partire dal mercato del lavoro, tanto che in Sardegna si registra una percentuale di inattivi e disoccupati più alta rispetto alla media nazionale e un tasso di occupazione del 53,8%, inferiore di oltre 4 punti a quello del Paese. Tra i professionisti crescono veterinari e attività scientifiche, ma soffrono commercialisti e consulenti d’impresa. Non diminuisce nemmeno il gap di genere.

Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto regionale sulle libere professioni in Sardegna presentato questo pomeriggio da Confprofessioni. Il mercato del lavoro sardo registra tra il 2011 e il 2019 una diminuzione dell’1,9% degli occupati, con un calo che colpisce soprattutto gli indipendenti (-8,7%), gli imprenditori (-42,7%), coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa (-40,6%) e i lavoratori autonomi (agricoltori, artigiani e commercianti), che calano dell’1,3%. Crescono invece dello 0,6% dei lavoratori dipendenti e del 2,8% i liberi professionisti, che, con circa 28 mila unità al 2019, costituiscono però il 19,3% dei lavoratori indipendenti sardi, dato che si colloca nettamente al di sotto dell’aggregato nazionale (27%).

Dal rapporto emerge comunque un settore professionale che prova a reagire alla crisi: tra il 2011 e il 2019 nella Regione si registra un aumento di veterinari e addetti ad altre attività scientifiche (+146,1%), le professioni tecniche (architetti, ingegneri) segnano una crescita significativa (+19,4%) e anche gli avvocati e notai tengono il passo (+4,9%). Soffrono, invece, i professionisti di area amministrativa (-26,6%), di commercio, finanza e immobiliare (-7,9%), di sanità e assistenza sociale (-2,4%) e dei servizi alle imprese (-26,8%), settori nei quali il ricambio generazionale fatica a decollare. Tra il 2011 e il 2019, infatti, si registra una diminuzione dei professionisti nella fascia d’età tra i 15 e i 34 anni, che non superano il 12% del totale dei professionisti sardi. Ad attrarre i più giovani sono invece le professioni legate alla “Sanità e assistenza sociale” che passa dal 11% nel 2011 al 30% nel 2019; all’Area Legale, che passa dal 2 all’8%, all’area amministrativa (dal 3 al 17%) e il settore dei “Veterinari”, in cui i giovani tra i 15 e i 34 anni passano dal 5 al 25%. Anche in Sardegna si conferma, come in tutta la Penisola, un marcato gap di genere tra professionisti e professioniste in ogni fascia d’età: gli uomini rappresentano il 63% dei professionisti sardi tra i 15 e i 34 anni, il 58% di quelli tra i 35 e i 44 anni, il 70% tra i 45 e i 54 anni, il 62% tra i 55 e i 64 e il 78% degli over 65.