Gli agenti della Questura di Oristano, su disposizione del Tribunale di Cagliari hanno eseguito il sequestro preventivo nei confronti di un noto pregiudicato, di Ghilarza, Alessio Sanna. L’accertamento dei presupposti di pericolosità hanno portato all’adozione in via d’urgenza, da parte del Gip e su proposta del Pm, del sequestro di numerosi beni, tra cui un appartamento a Bosa (Nu) dal valore commerciale di circa 150.000 euro, una macchina, conti correnti, libretti postali, buoni fruttiferi, polizze e altri valori intestati, il tutto funzionale all’adozione della misura di prevenzione della confisca dei beni.

Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura, coordinati dal Servizio Centrale Anticrimine, infatti, sono riusciti ad evidenziare come l’uomo, oltre ad essere da tempo dedito alla commissione di reati che mettono in pericolo la sicurezza pubblica, sia anche del tutto privo di un’occupazione, fatto che rende assolutamente incompatibile la sua situazione economica con l’alto tenore di vita tenuto in questi anni, elementi che hanno indotto i poliziotti a ritenere che lo stesso tragga le sue fonti di reddito da attività illecite. Le indagini patrimoniali hanno portato l’Autorità Giudiziaria ad adottare la misura cautelare: si tratta di uno dei pochi casi in Sardegna e il primo in assoluto nella provincia di Oristano, che mira a impedire che una cosa pertinente al reato possa essere utilizzata per aggravare o protrarre le conseguenze dello stesso.

Nel caso specifico, non essendo stato possibile agire direttamente sui beni costituenti il profitto del reato, sono stati sequestrati utilità patrimoniali nella disponibilità del 36enne. In tal modo sarà possibile procedere, in caso di sentenza definitiva di condanna, alla confisca per equivalente, che rappresenta un provvedimento ablativo disposto su somme di denaro, beni o altre utilità di cui il reo abbia la materiale disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, previsto per talune fattispecie criminose quando sia intervenuta condanna e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto.
La confisca per equivalente, pertanto, trova il suo fondamento e il suo unico limite nel profitto derivato dal reato e prescinde dalla pericolosità che in qualsiasi modo possa derivare dalla cosa o dall’uso della stessa.

Nei confronti dell’uomo, lo scorso giugno, il Questore aveva anche proposto l’applicazione della misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di pubblica sicurezza aggravata dall’obbligo di soggiorno al Tribunale competente. L’uomo, infatti, oltre ad essere stato considerato un soggetto pericoloso e quindi rientrante in una delle categorie di pericolosità, è stato anche ritenuto sostanzialmente pericoloso per la sicurezza pubblica.
L’uomo era già noto alle forze dell’ordine perché arrestato nel marzo 2019 nel corso dell’operazione antidroga “Texas hold ‘em” condotta dalla Squadra Mobile di Oristano, così denominata in quanto alcuni degli esponenti erano soliti “investire” parte dei ricavati dell’attività di spaccio nel gioco del poker, dal quale vincevano talvolta ingenti quantità di denaro (dai 5 ai 10.000 euro per volta). L’ indagine aveva evidenziato, già allora, un tenore di vita di alcuni arrestati non commisurato alla loro posizione di disoccupati, come il possesso di auto costose, abiti firmati, continui pranzi e cene in ristorante, abitazioni e altro. L’attività degli investigatori aveva portato a sgominare un sodalizio criminale costituito da 12 persone, tra cui 7 arrestate in flagranza di reato, dedita allo spaccio di droga.