Nonostante l’incontro del 18 marzo nella sede dell’ATS a Sassari, la vertenza sulla psichiatria sassarese continua a non vedere la luce in fondo al tunnel. Lo denunciano le sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl in una nota stampa.

Durante l’incontro, scrivono i sindacati, si era discusso, tra le altre cose, della “difficile situazione del sistema di gestione delle esternalizzazioni del nostro territorio, che necessitava di risposte urgenti e non più rinviabili, a cominciare dalla vertenza che ci trasciniamo ormai da circa otto mesi e che vede le strutture psichiatriche, e soprattutto i circa cento operatori, in forte apprensione a causa dei gravissimi ritardi con i quali la Committenza non ha provveduto a pubblicare la gara di appalto”.

“Da quell’incontro – prosegue la nota – ci eravamo lasciati con un impegno formale attraverso il quale il punto di caduta era quello di garantire continuità occupazionale e soprattutto del servizio alle persone con disagio mentale, tant’è che nel frattempo si era allestita la struttura ATS di Ploaghe (in attesa di accreditamento) per far rientrare i pazienti da Ussassai, a suo tempo trasferiti a causa della chiusura di una delle tre strutture del complesso di Rizzeddu. Per cui l’accordo era quello di prorogare per altri sei mesi le attuali condizioni di appalto e nel frattempo bandire la nuova gara”. Ma, da quel momento si sono verificati altri fatti, “uno dei quali a nostro avviso incomprensibile e se vogliamo anche controproducente rispetto alla vertenza che stiamo portando avanti. Il Direttore del DSMD dispone con atto scritto la chiusura per restauro entro il prossimo 31 marzo di una delle due strutture di Rizzeddu (i “Mandorli“) ed il contestuale trasferimento di pazienti e personale nell’unica struttura rimasta denominata le Ginestre. Ma la cosa che ci lascia davvero perplessi è la delibera ATS pubblicata stamattina dove si autorizza una sorta di proroga per tre mesi con l’ipotesi di rinnovo, ma quello che allarma e ci lascia basiti sono le “nuove” condizioni economiche, rispetto alle quali d’ora in avanti la tariffa sarà corrisposta in base al numero dei pazienti effettivamente assistiti”.

“Per riepilogare, rileviamo che gli accordi presi in quel tavolo regionale non sono stati mantenuti”. non solo, aggiungono i sindacati: “Con la chiusura dei Mandorli e la nuova modalità di pagamento delle tariffe è assai probabile che l’appaltatore ci metterà sul tavolo esuberi pari a circa il 50% della forza lavoro”. Da qui, la richiesta, “con perentoria urgenza” di convocare “un tavolo di confronto a Cagliari per decidere le dovute contromisure affinché non siano le lavoratrici e i lavoratori a pagare anni e anni di incurie ed inefficienze di Dirigenti e/o Politici di turno, ma a questi colleghi, che da oltre vent’anni si prendono cura delle persone con disagio mentale, dobbiamo garantire continuità occupazionale, ma soprattutto dobbiamo investire e riorganizzare il settore della salute mentale, da troppo tempo derubricato dall’agenda politica e manageriale delle aziende”.

“Non c’è più tempo da perdere” concludono le sigle “diversamente saremo costretti a manifestare pubblicamente sotto il palazzo della Regione con tutti i lavoratori del sistema appalti”.