Sardegna Ricerche dà il via alla terza fase del progetto Centro di eccellenza sull’energia pulita “Ceep-3” della Sotacarbo, che punta alla completa decarbonizzazione del sistema energetico. Un investimento sul futuro dell’Isola e del pianeta quello di Sardegna Ricerche che, su mandato dell’assessore regionale alla Programmazione Giuseppe Fasolino, ha destinato 2 milioni di euro per avviare l’ultima tappa del Ceep-3 per la produzione di energia dagli scarti e la trasformazione della CO2 in una risorsa.
Il Centro di eccellenza sull’energia pulita di Carbonia prevede la realizzazione di un’infrastruttura per lo sviluppo di tecnologie avanzate finalizzate alla produzione di energia da materiali di scarto e da fonti rinnovabili, oltre che al riutilizzo in chiave energetica dell’anidride carbonica (CO2). Quest’ultima, dunque, non sarebbe più un problema ma diventerebbe una risorsa. Il tutto generando un’economia circolare a emissioni zero. Una ricerca all’avanguardia contro i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale quella avviata dall’accordo siglato tra Maria Assunta Serra, commissario straordinario di Sardegna Ricerche, e Mario Porcu, presidente di Sotacarbo.
«Quello dell’energia è un tema strategico per il futuro della Sardegna e delle sue imprese, in termini di costi e sostenibilità. Per questo abbiamo ritenuto importante sostenere in maniera più incisiva queste attività e quello firmato tra il commissario di Sardegna Ricerche e il presidente di Sotacarbo è un accordo importante: guarda allo sviluppo senza dimenticare l’ambiente», sottolinea l’assessore Fasolino.
In ambito regionale, la principale ricaduta industriale è rappresentata dalle applicazioni nel settore dell’accumulo di energia convertita in combustibili liquidi rinnovabili, capaci di sostituire quelli fossili, liberando la Sardegna dai problemi di isolamento. «Con questo progetto prosegue il percorso avviato per sviluppare nel centro ricerche di Carbonia sistemi e impianti innovativi per la produzione di idrogeno da rifiuti plastici e di metanolo rinnovabile, anche grazie alla tecnologia qui brevettata», ricorda Mario Porcu, presidente di Sotacarbo.
Inoltre, grazie alle sue strutture all’avanguardia e al personale altamente qualificato, Sotacarbo ha avviato ricerche congiunte con enti internazionali come l’Indian Institute of Technology Madras (India), il Peter Cook Centre on Carbon Capture and Storage dell’Università di Melbourne (Australia) e il prestigioso National Energy Technology Laboratory (Stati Uniti).