L’accordo siglato una settimana fa tra Regione Sardegna e medici di base sull’utilizzo dei camici bianchi nella campagna vaccinale anti-Covid-19 è efficace da oggi. La Giunta Solinas ha infatti approvato la delibera per la copertura finanziaria e il riconoscimento delle indennità.
“Il finanziamento – ha spiegato l’assessore della Sanità Mario Nieddu – non è specificato perché è a carico del fondo sanitario nazionale e il Governo si è impegnato a definire l’ammontare in tempi brevi”. Ad ogni modo, come da intesa firmata il 17 marzo (da due sigle, Fimmg e Smi, su quattro), la remunerazione di base è di 6,16 euro per ogni singola inoculazione, più 3,34 euro quale contributo straordinario per la funzione organizzativa connessa alla vaccinazione.
Chi effettua vaccinazioni a domicilio avrà un compenso maggiorato. Per ora, tuttavia, come emerso ieri da un incontro operativo tra vertici sindacali e l’Ats, i medici di base non partiranno con i vaccini a domicilio: mancano le condizioni logistiche. Così, l’intervento immediato dei camici potrà avvenire negli hub (incrementando le postazioni o con un turno serale), oppure negli ambulatori distrettuali. L’intesa di mercoledì 17, della quale la Giunta ha preso atto in una delibera a parte, prevede che i medici di famiglia possono somministrare i vaccini in centri ad hoc istituiti dall’Ats, nel proprio studio (se possibile), in strutture messe a disposizione dai Comuni o dalla Protezione civile, presso il domicilio del paziente
Associazione disabili: “Frenata su allettati è doccia fredda”
Le associazioni dei disabili guardano all’accordo raggiunto con i medici di famiglia “con molto ottimismo” ma oggi per loro è arrivata una “doccia fredda”. “Leggiamo sulla stampa che i medici di famiglia, dopo aver firmato un accordo oneroso per la collettività con la Regione Sardegna, dichiarano di non ottemperare all’accordo stesso non effettuando i vaccini domiciliari, per questioni logistiche. Noi non ci crediamo, non crediamo che nessuna autorità regionale, assessorato od Ats, possa aver mai autorizzato un obrobrio del genere – dice Marco Espa presidente ABC Associazione Bambini Cerebrolesi Italia – Come farebbe un autorità regionale, dopo aver chiuso un accordo oneroso, a fare eccezioni?”.
“Se c’è una categoria di persone fragili che hanno necessità urgente di avere il vaccino, in linea con quanto dichiarato dal presidente Draghi ma anche dall’assessore Nieddu piu volte, sono le persone allettate, con disabilità grave, che non possono muoversi da casa – presegue Espa – Se i medici di famiglia, per questioni legate alla catena del freddo dei vacicni o altre questioni operative, ritenevano di non riuscire a fare i vaccini a domicilio, avrebbero dovuto pensarci prima: non possono lasciare la Regione ovvero i cittadini con più gravità, allo sbando, senza alcuna certezza vaccinale, loro diritto”. In Sardegna le persone con disabilità grave di cui alla legge 162/98 sono circa 44.000, dei quali circa 5mila allettati: tutti soggetti già presenti in elenchi nominativi perchè destinatari di piani personalizzati: “Se consideriamo anche circa due caregiver (non tutti hanno due familiari ) anche loro dentro la priorità del decreto, servono circa 100 mila vaccini”, conclude Espa.