Hai un lavoro, hai un compagno o una compagna con cui ti trovi bene, forse ti sposi e desideri moltiplicare e amplificare questo amore, così decidi di avere dei bambini e vuoi farli vivere bene, vuoi farli crescere bene, per quanto puoi, magari scegliendo un quartiere che sai e pensi essere perfetto per creare il tuo nido familiare. Poi, però qualcosa va storto e cominci ad avere paura per quelle creature che hai messo al mondo, paura che qualcuno possa fargli del male, senza preavviso, senza motivo.
E’ quanto sta succedendo a diversi genitori di Genneruxi, quartiere edificato intorno agli anni Settanta sulle sponde dello stagno di Molentargius, facente capo al Comune di Cagliari. Una zona che fino a poco tempo fa era considerata ‘a misura di famiglia’, per l’ubicazione, i servizi abbastanza vicini e soprattutto per la tranquillità che ivi regnava, finché alcuni episodi di violenza hanno gettato un’ombra scura su questo piccolo e felice angolo di mondo.
Da qui la missiva-denuncia di madri e padri disperati, consumati dal terrore che giorno dopo giorno li assale ogni qualvolta mettono piede fuori casa, ogni qualvolta i loro figli varcano i confini delle mura domestiche. Ma cosa è successo? Cos’ha rotto l’equilibrio e la pace di questo piccolo paradiso situato nella periferia del capoluogo?
A raccontarci il motivo di tanta angoscia, attraverso una lettera aperta inviata al giornale, sono proprio coloro i quali quest’incubo lo stanno vivendo in prima persona.
“Abitiamo in una zona bellissima di Cagliari che è Genneruxi, un quartiere apparentemente tranquillo con molto verde e dei bellissimi spazi; abbiamo dei figli adolescenti, che vanno a scuola, praticano sport, vedono gli amichetti nel fine settimana; ultimamente, però, la paura è entrata a far parte delle nostre vite. Ci sono dei ragazzi che vengono nel nostro quartiere, come anche in altri quartieri, spesso da paesi vicini e non certo per fare amicizia, bensì per creare il panico e tanti, seri problemi. Alcune ragazzine sono state bullizzate, umiliate e anche minacciate verbalmente. Siamo arrivati al punto che anche noi genitori temiamo di uscire in certi orari la sera, pur solo per fare una passeggiata, perché questi giovani restano in giro fino a tarda serata. Ci sentiamo in pericolo, perché questi ragazzi, questi bulletti, tra cui molte fanciulle, non guardano in faccia nessuno, sfidano chiunque si trovino davanti“. Potremmo definirla una ‘baby gang perlopiù al femminile’, quella che sta seminando il panico nell’hinterland di Cagliari. Una storia che potrebbe lasciarci indifferenti dopo che tanti, troppi episodi simili hanno riempito la cronaca italiana e non solo sarda negli ultimi anni, ma che deve, invece, continuare a stupirci e a ripugnarci, perché sempre dalla cronaca apprendiamo quanto il pericolo sia reale e il tempismo dell’intervento fondamentale.
“Ci chiediamo, ma i genitori di queste ragazzine dove sono? Senza considerare il fatto che le si vede in giro con sigarette e bottiglia di vodka. Chiediamo soltanto di essere tutelati e di essere in qualche modo protetti da queste persone, perché non è possibile che non si possa esser liberi di poter lasciare un paio d’ore nel fine settimana i nostri figli nel quartiere, liberi di trascorrere quei pochi momenti felici a loro disposizione con i propri amici, liberi di socializzare in modo spensierato. Dobbiamo sempre stare dietro un angolo e controllare che tutto vada bene, perché abbiamo veramente paura, paura che succeda il peggio. Fin quando si tratta di fesserie, di ragazzate diciamo, forse ci può anche stare, ma questi giovani stanno crescendo, a volte si scontrano come è normale che sia, si chiariscono in modo ‘sano’, in questo però le cose si stanno facendo serie e qui non si parla più di bambinate, bensì di vere e proprie aggressioni e noi siamo disperati, non sappiamo più che cosa dobbiamo fare“.
“Chiediamo soltanto un aiuto da parte del Comune, un controllo, magari concentrato nel fine settimana. Questa situazione è davvero preoccupante. Siamo davvero molto spaventati“. Un grido d’aiuto, quello di questi genitori, che non può essere ignorato, perché ‘Del senno di poi son piene le fosse’ e speriamo che questo proverbio resti solo un detto, questa volta e per i giorni a venire.