Si è aperto oggi con la testimonianza degli investigatori della Squadra Mobile che hanno condotto l’indagine sul delitto, il processo in Corte d’Assise a Cagliari per l’omicidio di Giuseppe Pintore, l’82enne ucciso con due colpi di pistola la mattina del 6 marzo 2020 nelle campagne di Maracalagonis. Accusato di omicidio premeditato c’è il vicino di podere dell’anziano, Salvatore Mameli, 68 anni, che si è sempre professato innocente. I sospetti su di lui – difeso dall’avvocato Stefano Piras – si erano concentrati dopo la visione delle immagini di alcune telecamere che lo hanno ripreso in compagnia della vittima mentre facevano colazione in un bar e insieme in auto a distanza di breve tempo.
Poi una perquisizione a casa del vicino aveva permesso alla polizia di trovare una pistola e dei proiettili che, per la Scientifica, sarebbero compatibili con l’arma del delitto. Il movente, secondo la Procura, è economico: rubare i soldi della vittima che teneva nel portafogli mai ritrovato. Oggi, davanti alla Corte presieduta dalla giudice Tiziana Marogna (a latere Sandra Angioni) sono stati chiamati i primi testimoni del pm Emanuele Secci, il magistrato che ha coordinato il lavoro degli investigatori. La famiglia della vittima si è costituita parte civile con l’avvocata Stefania Bandinelli. I prossimi testimoni si presenteranno davanti alla Corte il 22 aprile. L’imputato era collegato dal carcere di Uta in streaming, per rispetto delle norme anti-covid.