E’ diventata un incubo la vita di Omar Cabua, attivista di Samtazai, dopo le ripetute denunce contro il cementificio di Samatzai. In due mesi un’aggressione e un pesante avvertimento, l’ultimo di una serie iniziata tre anni fa, quando si è trovato una molotv sul portoncino di casa. “Erano più o meno le 3 di notte – racconta a Cagliaripad – visibilmente scosso, quando abbiamo sentito un forte rumore sulla strada di casa. Sono uscito e ho trovato una bottiglia incendiaria”.
Tutto questo perché? “Perché ho deciso di denunciare, ormai da anni, lo stato di inquinamento di Samtzai. Qui per quattro posti di lavoro hanno devastato il territorio, portato malattie, violentato l’ambiente. Io sto pagando per il mio coraggio”.
Ha denunciato? “Si sono intervenuti i Carabinieri, anche il 5 gennaio scorso, quando sno stato bloccato con la mia auto da degli sconosciuti che sono scesi dalla loro macchina e mi hanno picchiato, dicendomi di farmi gli affari miei. Ma questi sono solo gli ultimi di una serie di avvertimenti che ho denunciato ai Carabinieri”.
Come vive adesso? “Vivo con uno stato d’ansia pesante. Ogni rumore è un incubo, non c’è più serenità. Io ho deciso di denunciare lo stato delle cose qui a Samatzai perché non tollero che per un pugno di posti di lavoro abbiano devastato il territorio. Per fortuna la Giustizia sta facendo il suo corso e qualcuno si è accorto del disastro ambientale che è stato fatto in questi ultimi 50anni. Hanno svenduto il territorio e a noi restano solo macerie, malattie, inquinamento e devastazione. Andrò avanti nella mia battaglia. Non mi fermo”. Intanto i Carabinieri hanno avviato le indagini sull’attentato subito da Omar Cabua nel corso della notte tra domenica e lunedì scorso.
Discarica rifiuti pericolosi nei terreni di Italcementi, Cabua: “Sempre a difesa dell’ambiente”