L’accusa ha chiesto la conferma della condanna a un anno di reclusione, con pena sospesa, nei confronti dell’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu (già coordinatore regionale del M5s). Questa mattina il sostituto procuratore generale Sergio De Nicola ha ribadito davanti alla Corte d’Appello presieduta dal giudice Massimo Poddighe che la promozione di una dipendente in Comune fosse dettata da una scelta legata al fatto che fosse la moglie dell’avvocato Francesco Murtas, ritenuto molto vicino al sindaco.
Dello stesso avviso anche l’avvocato di parte civile Francesco Marongiu che ha sostenuto come la decisione sia stata una “manifestazione patologica del giudizio di discrezionalità”. Hanno chiesto, invece, l’assoluzione gli avvocati difensori di Puddu, Mauro Barberio e Massimiliano Ravenna sottolineando che non è stata violata la legge, visto che anche i dipendenti scelti erano in possesso dei requisiti necessari. I fatti risalgono al 2015 quando tre consigliere del Movimento 5 Stelle, poi espulse, presentarono un esposto accusando il sindaco di aver pianificato la pianta organica del Comune di Assemini così da demansionare una dipendente a favore di un’altra, moglie dell’avvocato Francesco Murtas, vicino all’ex sindaco Puddu, anch’egli condannato a un anno di reclusione e per il quale l’accusa ha chiesto la conferma della decisione. Il difensore Matteo Serra ha, invece, sollecitato l’assoluzione. La sentenza è stata fissata per il 25 marzo.