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Il Comitato Rumore No Grazie ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti per “consentire la verifica dell’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazione di disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse pubbliche” . La spesa su cui si chiede la verifica è quella sostenuta dal Comune di Cagliari per la redazione del Piano di Risanamento Acustico, spesa che è di circa 40 mila euro. Perché una verifica? Per la semplice ragione che il “Piano” è gravido di illegittimità che lo rendono inapplicabile. E quindi non andava pagato.

Illegittimità che sono state messe a nudo da anni dal “Comitato” con un corposo documento di oltre trenta cartelle di osservazioni e considerazioni. Consegnato quasi quattro anni fa, il “Piano” trotterella tra gli Uffici del Comune come un cane randagio in campagna, senza sbocchi e senza metà. Persino chi lo ha firmato e avvallato ora cerca di prenderne le distanze. Le illegittimità del “Piano” non sono casuali ma frutto di una scellerata scelta politica. Infatti i rilevamenti fonometrici, che sono alla base del “Piano”, hanno chiarito in modo inequivocabile che l’inquinamento acustico notturno trova la sua causa (causa che occorre rimuovere) nella marea di tavoli per mescita e ristorazione che piastrella il suolo pubblico, in particolare quello dei quartieri di Marina e Stampace. Come attestano anche tutti gli altri rilevamenti fonometrici eseguiti tutti gli anni dal 2012 al 2020. Una verità che ha trovato conferma anche in giudizio come testimonia la Sentenza di condanna per inquinamento acustico del Comune di Cagliari da parte del TAR (gennaio del 2015). Sentenza mai applicata nel passato come nel presente. Negli anni sono cambiati i musicanti ma non la musica: Centrodestra e Centrosinistra trovano solida intesa nell’arrecare ai residenti sofferenze e malattie da inquinamento acustico, soprattutto ai più deboli. Siamo di fronte a una delle pagine più vergognose della storia civica della città, basti considerare che il Piano di Risanamento Acustico, per legge deve garantire che i livelli di rumore rientrino nei limiti massimi consentiti invece in concreto prevede un innalzamento del rumore da infliggere ai residenti di 5 e di 10 decibel. Una mostruosità se si tiene presente che ogni 3 decibel il rumore si innalza del cento per cento. Siccome tutto questo calpesta le leggi sanitarie a tutela dei residenti, per tentare di ammantare di legalità l’illegalità perseguita il Piano di Risanamento prevede, tra altre aberrazioni, l’applicazione alle stradine del Centro storico del livello di rumore massimo stabilito per le vecchie autostrade dal decreto del Presidente della Repubblica n. 142/2004.

Quantunque il decreto richiamato vieti nel modo più assoluto la sua applicazione alle stradine urbane di tipo E) che, attenti! attenti!, è proprio la tipologia delle stradine del Centro storico di Cagliari che sono pure chiuse al traffico. Un insulto all’intelligenza dei Cagliaritani. Una vergogna a cui occorre porre fine. Ma chi compirà questa buona azione in Consiglio? Boh! In conclusione ma il discorso sarebbe molto più lungo, il “Piano” non viene applicato per la chiara ragione che è inapplicabile e che, se così approvato, difficilmente supererà il giudizio del Tribunale regionale amministrativo. Intanto nell’interesse dei cittadini, stressati da tasse e tributi, abbiamo chiesto alla Procura della Corte dei Conti di verificare l’eventuale danno all’erario comunale che poi altro non è che danno alla città e a quanti della città ne sopportano, sempre più a fatica, i costi e di accertare le eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti sia tra gli amministratori che tra i funzionari.