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Quattro soldati tunisini hanno perso la vita ieri in una zona montagnosa al centro della Tunisia, mentre erano impegnati in un’operazione antiterrorista.

Secondo Mohamed Zekri, portavoce del ministero della Difesa, i quattro sono rimasti uccisi dalla deflagrazione di una mina artigianale sul Monte Mghila, massiccio montagnoso vicino alla frontiera con l’Algeria. La zona viene utilizzata dai jihadisti come nascondiglio, una sorta di base per la retroguardia di gruppi armati.

L’esercito tunisino è alla caccia di miliziani del gruppo armato locale, Okba Ibn Nafaa, affiliato ad Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), responsabile dell’attacco sul monte Chambii nel 2014, durante il quale morirono 15 militari.

Alla fine di dicembre è stato decapitato un giovane pastore, assassinio classificato come atto terroristico dal procuratore generale, Mohsen Dali.

Dal 2011 la Tunisia è soggetta a ripetuti attacchi da parte di estremisti islamici, responsabili della morte di decine e decine tra soldati e agenti di polizia. Anche se ultimamente la situazione di sicurezza è migliorata in tutto il Paese, è ancora in vigore lo stato di emergenza, imposto nel 2015, dopo l’attentato kamikaze che ha fatto saltare per aria un pullman della guardia presidenziale nell’ avenue Mohamed V, una delle principali arterie del centro di Tunisi.

Fonte: Africa ExPress