Al via, dalle 15:30, le consultazioni del premier incaricato Mario Draghi con le forze politiche; la conclusione delle discussioni tra le varie forza è prevista per sabato in tarda mattinata. Si parte con i partiti piccoli, da Azione e +Europa a Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo.
Venerdì 5 febbraio, dalle 11, è la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Si chiude sabato dalle 11 con la Lega e M5S. Gli incontri hanno durata di mezzora o di un’ora a seconda del peso dei partiti.
Doppia apertura a Draghi a poche ore dall’avvio del primo giro di consultazioni. Arriva da Berlusconi e Di Maio. Il presidente di Fi avverte il centrodestra che la scelta di Mattarella per l’ex presidente della Bce ‘va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese. La politica deve assumersi la responsabilità delle scelte’. Il ministro degli Esteri si rivolge al M5s, chiedendo di ascoltare il presidente incaricato prima di decidere, mostrando ‘il rispetto istituzionale’ dovuto e di essere ‘maturi agli occhi del Paese’ malgrado legittime preoccupazioni. “Rompiamo gli schemi, il M5s apra a Draghi”. Lo dice Virginia Raggi parlando con il foglio. “Bisogna partire dai temi e puntare su un governo politico. Il paragone con il precedente Monti è sbagliato. Dal Recovery alla burocrazia si può fare molto”, dice ancora Raggi.
Draghi ha lasciato la sua casa alle porte di Città della Pieve. La vettura della scorta e un’altra auto con i vetri oscurati, quella probabilmente con a bordo il presidente del Consiglio incaricato, sono uscite dalla tenuta del centro umbro. Si sono quindi dirette sulla strada principale dalla quale è possibile anche raggiungere l’autostrada.
Anche la pattuglia dei carabinieri che sorveglia gli ingressi si è allontanata. Draghi ha trascorso in Umbria la prima notte da presidente del Consiglio incaricato nella sua casa immersa in un bosco alle porte di Città della Pieve. L’ex presidente della Bce è arrivato in serata accompagnato dalla scorta. Ha probabilmente scelto la tranquillità del borgo umbro per trascorrere qualche ora in famiglia dopo avere ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’incarico di formare il nuovo Governo in vista delle consultazioni con i partiti. Nell’area dove si trova il casolare della famiglia Draghi nessun maxi dispiegamento di forze di polizia. La scorta ha sorvegliato ‘discretamente’ tutta l’area mentre una pattuglia dei carabinieri era all’ingresso di uno dei viali che conduce alla casa. In mattinata Draghi ha quindi lasciato Città della Pieve diretto probabilmente a Roma dove è atteso dalle consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Si punta ad un governo di “alto profilo”, secondo gli auspici del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Un governo certamente europeista, con l’obiettivo di vincere la pandemia, garantire la campagna dei vaccini, rilanciare il Paese e spendere nel modo migliore le risorse europee. Al momento Draghi può contare sul sicuro appoggio di Pd,Iv,Leu e Forza Italia, oltre a quello di forze minori, mentre la spaccatura nel M5s e nel centrodestra (con Fdi ferma sul voto o al massino su un’astensione unitaria e la Lega in forse su un’apertura purchè si voti a breve) ancora non consente di dire quale maggioranza e quanto allargata appoggerà il governo. Il calendario delle consultazioni dovrebbe essere noto in tarda mattinata, mentre continuano gli appelli del Pd ai Cinque stelle – dopo la riunione di ieri con Leu e M5s – a non disperdere il patrimonio del percorso comune nel Conte bis e per un ingresso dei grillini nel governo. Tra i modelli dei governi tecnici del passato, i partiti auspicano che Draghi non scelga come Monti un esecutivo di soli tecnici, ma si ispiri allo schema misto di Ciampi, avvalendosi anche di ministri politici. Il premier incaricato farà la sua scelta tenendo conto della logica stringente dei numeri, quella stessa che ha sbarrato il passo ad un Conte ter. “Quando uno fa il suo lavoro è sempre sereno”, ha chiosato intanto stamattina Giuseppe Conte entrando a Palazzo Chigi.
Mario Draghi accetta con riserva l’incarico di formare il nuovo governo che gli ha conferito il presidente della Repubblica Mattarella. ‘È un momento difficile. L’emergenza richiede risposte all’altezza. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti emerga unità’. Lotta al virus, vaccinazioni, rilancio dell’Italia sono le sfide indicate dal presidente incaricato, che ha visto i presidenti delle Camere e ha avuto poi un lungo incontro con Conte a Palazzo Chigi.
Grande attenzione anche ai rapporti con le parti sociali che potrebbero essere incontrate da Draghi a margine delle consultazioni con i partiti.
La scelta dell’ex presidente della Bce per l’incarico scuote i partiti che si stanno riunendo per decidere la linea in vista delle consultazioni. Giuseppe Conte non sarebbe disponibile a fare il ministro nel nuovo governo guidato da Mario Draghi. E’ quanto si apprende in ambienti M5s, da chi dice di aver sentito il premier uscente nelle ultime ore. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate al riguardo, non confermano né smentiscono l’indiscrezione.
LE REAZIONI DEI PARTITI
“Serve un governo politico, basta tecnici”, ha detto Matteo Salvini. “Quella del voto su Rousseau è una ipotesi da non trascurare. Ovviamente dico ipotesi perchè dobbiamo aspettare che prima ci sia un contenuto reale da sottoporre, votare su una persona soltanto mi sembra riduttivo”. Lo dice il capo politico M5S Vito Crimi ai gruppi M5S.
LE PAROLE DI DRAGHI – “Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. E’ un momento difficile”, ha detto Draghi dopo l’incontro. “Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide”, ha spiegato. “Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo la possibilità” di operare “con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale”. Poi ancora: “La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione e con questa speranza che rispondo all’appello” di Mattarella. “Sono fiducioso – ha aggiunto – che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile”.